Scommesse, Calcagno (Aic): "Non si parla di partite truccate, ma di giocate anche sul calcio"
C'è «grande differenza» tra le vicende emerse negli ultimi giorni ed i casi di calcio-scommesse del passato: «Non risulta, almeno fino ad ora, che i due ragazzi coinvolti abbiano alterato i risultati delle gare. Non si parla di partite truccate, ma di giocate anche nel mondo del calcio» e quindi della violazione «di norme sportive che ci siamo dati all’interno della Federazione, molto severe». Umberto Calcagno, presidente dell’Aic, così risponde a chi accusa l’Assocalciatori di aver prestato poca attenzione alle debolezze di alcuni associati, spesso giovani che si ritrovano tra le mani somme ingenti di denaro. «Non ritengo corretto accusarci di aver fatto poco - ha aggiunto, al microfono di "Radio anch’io sport" - perché negli ultimi 10 anni, assieme a Figc e Leghe, non solo con l’Integrity Tour, ma anche con tutti i percorsi si formazione che facciamo durante la carriera dei calciatori, abbiamo parlato quasi sempre di queste situazioni. La riflessione che facciamo oggi è che, probabilente, non basta informare e tutti assieme dobbiamo chiederci cosa si può fare di più». «Credo che l’impostazione data, anche attraverso le sanzioni, tenga conto di un percorso di accompagnamento - ha sottolineato Calcagno, riferendosi alla squalifica inflitta allo juventino Fagioli - Stare vicino a questi ragazzi è l’aspetto più importante. Personalmente mi piace molto che ci possa essere un percorso di rieducazione. Si sta manifestando troppa indulgenza nei loro confronti? Nelle parole del presidente (della Figc, ndr) Gravina prima e di Pioli ieri ("ora a Tonali voglio più bene di prima") ci sia anche una assunzione di responsabilità da parte del sistema e di chi era più a contatto con questi ragazzi. Mi chiedo, anche da genitore, quanto la nostra generazione sia capace di riconoscere certi problemi ed incidere positivamente tra scuola, sport e famiglia».