Domenica 22 Dicembre 2024

Una zucca sull'altare, la scelta del parroco Vitaliano Della Sala: "Quella contro Halloween una crociata stupida"

Una grande brillante zucca arancione all’angolo dell’altare: don Vitaliano Della Sala, il sacerdote irpino protagonista negli anni Novanta di un duro scontro con la gerarchia ecclesiale per le sue posizioni di sostegno al movimento No Global, non rinuncia allo «scherzetto», a poche ore dalla notte di Halloween, nei confronti dei suoi "colleghi" che in queste stesse ore condannano la consuetudine di travestire i bambini da streghe e folletti invitandoli invece ad indossare la tunica dei santi. In questi giorni si sono susseguiti gli appelli dal mondo ecclesiale a boicottare la "pagana" Halloween, per riscoprire il senso cristiano della festa di Ognissanti: tra gli altri un parroco di Ercolano, don Marco Ricci, ha invitato i bambini dell’oratorio a presentarsi, domani, vestiti come un santo, meglio se con i segni caratteristici di quello di cui portano il nome. Don Vitaliano, non nuovo a posizioni controcorrente nella Chiesa cattolica, sdogana invece la celebrazione di streghe e folletti. «Sarà un elemento di decoro, al posto dei fiori metterò la zucca in occasione della messa vespertina» spiega il sacerdote, parroco dell’Annunziata a Mercogliano e direttore della locale mensa dei poveri. «Quella contro Halloween è una crociata stupida. Si dimentica - aggiunge - che la Chiesa, con saggezza, a partire dal Natale, nella storia ha assorbito gradualmente le antiche feste pagane e le ha trasformate in feste cristiane. La Chiesa che sa soltanto condannare rischia l’isolamento nel quale già vive. Dovremmo essere invece aperti e tolleranti e semmai recuperare la saggezza della Chiesa dei nostri padri». In molte parrocchie i sacerdoti hanno promosso «Holyween» da opporre ad Halloween. Don Vitaliano boccia senza appello i colleghi: «Così torniamo al Medioevo, ma è anche il segno di una condizioni di agonia di chi non riesce a entrare nella sintonia di quanti nel frattempo hanno smesso di frequentare le nostre chiese».

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