Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Bambino di 11 anni picchiato dai bulli fuori dalla scuola, mandibola rotta e tanta paura

Picchiato e rapinato da baby gang

Vittima a undici anni di un pestaggio davanti a scuola, ancora inspiegabile a quasi una settimana di distanza, se mai di "spiegazioni" possano essercene. Succede, nella Bassa modenese, che un alunno di un istituto riferimento di due comuni finisca all’ospedale da dove ne esce con una prognosi che parla piuttosto chiaro: mandibola rotta e in aula tornerà presumibilmente soltanto fra un mese, quando anche le ecchimosi causate da calci e pugni saranno un ricordo a differenza di un trauma ancora vivido.

Calci e pugni, dice la mamma che lo ha messo anche per iscritto presentando denuncia ai Carabinieri, opera di due bulli che frequentano lo stesso istituto e che l’indomani l'aggressione, proprio mentre genitore e figlio si trovavano davanti ai militari dell’Arma a fornire nomi e cognomi, pare stessero girando all’interno della stessa scuola per individuare nuovamente l’undicenne e pestarlo la seconda volta.

Motivo? Appunto, non c'è. O meglio, la dinamica cristallizzata davanti ai Carabinieri riferisce che l’undicenne lunedì mattina prima di entrare in classe stava camminando con un amico dietro l’istituto e che in quel momento sarebbe incappato nei due aggressori. Ad un invito a 'smammarè e successiva richiesta di spiegazioni da parte dell’undicenne, avrebbero fatto seguito le botte, la cui entità porta l’intera vicenda ad un livello più grave, anche dal punto di vista degli accertamenti in corso da parte dei carabinieri.

Calci, pugni in faccia, al torace ed alle gambe. Pestaggio cui avrebbero assistito senza intervenire e piuttosto riprendendo il tutto con lo smartphone altri giovani alunni. Il racconto della madre prosegue nel 'dopò aggressione: «Al Policlinico di Modena siamo rimasti nove ore, durante le quali hanno sottoposto mio figlio a tutti gli accertamenti per controllare gli organi vitali, riscontrando la frattura alla mandibola. Il giorno dopo - aggiunge la donna - mentre eravamo in caserma mio figlio ha ricevuto dei messaggi dai compagni di classe che gli dicevano che i due bulli, quella mattina stessa, lo stavano cercando a scuola e io, più tardi, da alcune mamme ho ricevuto altri messaggi che riferivano la stessa cosa, ovvero che i due bulli stavano cercando mio figlio per picchiarlo ancora».

La stessa madre che prima di entrare nel merito di un mese di assenza da scuola, parla del comportamento dello stesso istituto dopo l’accaduto: «I due responsabili sono già stati identificati dalla preside, eppure, mi chiedo con sconcerto, perché non sono ancora stati sospesi? Ho domandato se fosse possibile attivare la didattica a distanza nel mese di assenza di mio figlio, ma mi è stato risposto che non ci sono le condizioni per farlo. Quindi dovrò cimentarmi io stessa nel ruolo di professoressa». L'episodio, intanto, è arrivato sulla scrivania della procura dei minori di Bologna.

Caricamento commenti

Commenta la notizia