Francesco Totti: "Con Ilary cerco un nuovo equilibrio". Sul calcio: "La Roma è stata la mia vita". E su Spalletti: "Legame profondo, ho sbagliato anche io"
"Per me sono più importanti i gregari dei numeri dieci. Nei novanta minuti sono loro decisivi. Senza gli uni non ci sarebbero gli altri. Pensa a Platini senza Bonini, a Rivera senza Lodetti. Gregario è una bellissima parola, non solo nel ciclismo o nel calcio. Tutti siamo gregari di qualcosa o di qualcuno, nella vita". E se a dirlo è uno dei numeri 10 più grandi del calcio italiano e mondiale, chi ha sempre condotto "una vita da mediano" può orgogliosamente andarne fiero. In un’intervista di Walter Veltroni per il Corriere della Sera Francesco Totti si racconta, parla di calcio, di vita, di amore, di tutto. Tra i suoi 10 preferiti c'è Giannini ("Era il capitano della Roma, il mio idolo, giocava davanti alla difesa e sapeva guidare tutta la squadra. Volevo diventare come lui, da bambino"), tra i più forti con cui ha giocato Zidane ("Era completo, aveva tutto), ma anche Del Piero. "Eravamo uguali e opposti. Lui più veloce nel dribbling, calciava a giro. Io mettevo le palle di prima, senza pensarci, d’istinto. Ognuno aveva la sua dote che lo ha reso, anche nella memoria dei tifosi, unico. Unico perché irripetibile". Come irripetibile fu la stagione in cui l’attuale ct azzurro decise di fare di Totti un centravanti. "Mi piaceva troppo segnare e Spalletti, nell’ultima fase, mi ha consentito di spostarmi più avanti per farlo e raggiungere il mio record. Alla mia età - premesso che se fosse per me giocherei ancora - o vai più indietro, in campo, o più avanti".
"Non ho accettato il distacco dal calcio. Alla Roma sanno che se hanno bisogna di me ci sono"
Gli manca il padre ("Era il mio punto di riferimento, il fulcro della mia vita. Mi mancano il suo sorriso, lo sguardo, la sicurezza che era capace di darmi. Anche oggi, se lo vedessi solo dieci secondi al giorno, mi basterebbe per stare meglio") e del calcio gli manca "tutto. Il ritiro, lo spogliatoio, la maglietta, la sala massaggi. Mi manca la routine che ha fatto la mia vita per decenni. Quando è finita le giornate si sono svuotate. Dopo mi sono sentito solo. Ma ci sta. Finiva una cosa che mi piaceva, che era la mia vita. Io però non pensavo che mi facesse così male smettere quella vita programmata, quella passione che nella mia mente avrei potuto continuare a vivere. Non ho accettato il distacco dal calcio". Nè le modalità dell’addio con il club. "Ho passato 30 anni nella Roma. Ho portato rispetto a tutti, rinunciato ad altri ingaggi senza farlo pesare. Ho detto no al Real e altri perché volevo solo la maglia giallorossa che è stampata dentro di me. Il modo in cui è finita la mia storia con la Roma, sì, mi è dispiaciuto. La verità è che quando nel calcio non servi più non c'è più rispetto. Se Maldini, Del Piero, Baggio, io siamo fuori dal calcio significherà qualcosa, no?". Mourinho lo vorrebbe a Trigoria: "Con un ruolo definito mi piacerebbe e mi piacerebbe con Mourinho, il numero uno, lo stimo molto. Mi dispiace non essere stato allenato da lui, nella mia carriera. Ma non voglio tornarci su. Non voglio chiedere. Alla Roma sanno che se hanno bisogno di me, per cose serie, mi fa piacere dare una mano. Altrimenti, amici come prima".
Un profondo legame con Spalletti
Detto dei suoi 10 preferiti, tra gli allenatori si è trovato meglio: "Per primo con Mazzone che ricordo con grande affetto. Poi Zeman e il primo Spalletti. Lo devo dire. È la verità". Poi però le cose cambiarono e nella seconda avventura del toscano sulla panchina giallorossa il rapporto tra i due fu difficilissimo. "Se lo incontrassi lo saluterei con affetto, mi farebbe piacere. Credo che tra noi ci sia un profondo legame. Anche perché quello che abbiamo passato insieme, quando arrivò da Udine, è per me, nella mia vita, qualcosa di irripetibile. Sia in campo che nel quotidiano. Io uscivo una o due volte a settimana con lui a cena. Era una persona piacevole, divertente, sincera. Nella fase finale il nostro rapporto è stato condizionato dall’esterno, specie dai dirigenti o consulenti della società, e non ci siamo più capiti. Anche io ho fatto degli errori, ci mancherebbe. Credo che tutti e due, se tornassimo indietro, non entreremmo più in conflitto". Per Totti Spalletti "è uno degli allenatori più bravi, se non il più bravo in Italia", quindi la Nazionale è in buone mani: "Sapevo che avrebbe impresso una svolta. La squadra sa come stare in campo, si vede che giocano più liberi, che si divertono. I risultati verranno, è comunque una fase difficile per il calcio italiano. Spero solo che riusciremo a qualificarci per Europei e Mondiali. Otto anni senza partecipare ai campionati del mondo sono stati duri".
La storia con Ilary Blasi: "Vorrei poter trovare un equilibrio capace di proteggere i ragazzi"
Spazio anche per la vita privata, per la fine della storia d’amore con Ilary Blasi. "Abbiamo passato 20 anni insieme, con tanti momenti molto belli. Ora vorrei solo che trovassimo un equilibrio tra noi capace di proteggere i ragazzi che sono la più grande ragione, per ambedue, di amore. So che non è facile, ma quello che c'è stato tra noi, per tanti anni, è stato importante. Se troviamo questo equilibrio noi due, i ragazzi staranno bene e si sentiranno protetti". Tornando al calcio e alla Roma per lui la maglia giallorossa è stata "Tutto. Passione, amore, paura, divertimento, emozione. Era il mio sogno da bambino. La mia vita è stata fortunata. Devo solo onorarla e ringraziarla. Ci ho messo del mio. Ma non sempre basta". Guardando indietro si rimprovera solo "lo sputo a Poulsen che, nonostante le immagini tv, per me non è successo. Non posso immaginare di avere sputato a una persona, è la cosa più assurda e più lontana dal mio modo di intendere il calcio e la vita". Lo scudetto del 2001 e il Mondiale 2006 i trionfi più belli, quindi la chiusura pensando al futuro: "Il mio sogno è di realizzare un altro sogno. Prima ne avevo uno, e sono riuscito a trasformarlo in realtà. Vorrei averne un altro, lo sto cercando. Ora vorrei solo vivere la vita con più serenità e tranquillità, dopo tutti i problemi che ci sono stati".