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Follower falsi e pubblicità ingannevoli sui social. Scoppia il caso Asia Valente: l'Antitrust avvia un'istruttoria

Asia Valente pubblicherebbe sul canale social foto e video di ristoranti, di spa, di hotel e di altre strutture turistiche, con le quali si ritiene possa intrattenere rapporti commerciali, senza utilizzare alcuna dicitura che evidenzi la natura promozionale di questi contenuti

«Non ho mai preso soldi, sono solo scambi commerciali». Asia Valente, influencer, incappa nella rete dell’Antitrust che apre un’istruttoria e nega di aver capitalizzato la sua notorietà sui social. Almeno non come intende l’autorità. Dopo polemiche varie che hanno visto diverse associazioni di consumatori scagliarsi contro «influenzatori» notissimi come, ad esempio, Chiara Ferragni o il suo compagno Fedez, impegnato in lunghissime battaglie legali, la lente dell’Antitrust cade su Asia. L’accusa è precisa: «pubblicherebbe sul canale social foto e video di ristoranti, di spa, di hotel e di altre strutture turistiche, con le quali si ritiene possa intrattenere rapporti commerciali, senza utilizzare alcuna dicitura che evidenzi la natura promozionale di questi contenuti». Quindi pubblicità ingannevole invisa, per legge, all’autorità. Lei si difende: «io mi taggo nei luoghi che mi piacciono anche senza dover collaborare e qualora collaborassi non ho mai chiesto soldi in cambio bensì soltanto uno scambio commerciale», afferma. «Inoltre - scrive ancora l’influencer - mi diffamano il profilo Instagram perché pensano che io lucro con esso ma in realtà ho solo e sempre collaborato in scambio merce/foto. Non ho bisogno di soldi in quanto sto bene di famiglia e vengono tutti da Onlyfans i miei guadagni e da un lavoro secondario. Per cui me ne esco liberamente in quanto i miei estratti conto parlano chiaro e non ho mai avuto nulla da nascondere». Insomma Asia Valente non avrebbe un rapporto commerciale con i suoi dante causa, solo casuali passaggi e pubblicazioni anche perchè - spiega - viene da una famiglia benestante. I guadagni li ricaverebbe dalla piattaforma Onlyfans, piattaforma nota per i contenuti per adulti. Ma l’Antitrust sembra non crederci e spiega che i messaggi diffusi sono «potenzialmente ingannevoli» e nei post, "vanterebbe una notevole popolarità basata su un numero consistente di follower, circa 2 milioni, la maggior parte dei quali sembrerebbe non autentica».

Quindi ci sarebbe inganno anche nei numeri della diffusione. Poi arriva una nota della bionda influencer: «io Asia Valente non ho mai chiesto soldi per gli scambi commerciali tra cui hotel e ristoranti ma soltanto in cambio di book fotografici che potevano utilizzare a lungo andare». «Inoltre - scrive ancora l’influencer - mi diffamano il profilo Instagram perché pensano che io lucro con esso ma in realtà ho solo e sempre collaborato in scambio merce/foto. Non ho bisogno di soldi in quanto sto bene di famiglia e vengono tutti da Onlyfans i miei guadagni e da un lavoro secondario. Per cui me ne esco liberamente in quanto i miei estratti conto parlano chiaro e non ho mai avuto nulla da nascondere». Deciderà l’autorità guidata da Roberto Rustichelli che sul banco degli imputati mette anche Meta-Instagram che ha diffuso i messaggi di Valente. Messaggi per l’autorità seguiti da una maggioranza di follower «non autentica». I conti li fornisce il Codacons, da tempo impegnato in una guerra anti-influencer: «sono anni che denunciamo le scorrettezze degli influencer italiani, che troppo spesso ingannano gli utenti attraverso post commerciali non dichiarati che realizzano una pubblicità occulta a danno dei cittadini. Basti pensare che il giro d’affari prodotto sui social network dagli influencer italiani raggiungerà i 348 milioni di euro nel 2023 con una crescita annua del 13%».

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