E’ mattina presto, l’ora della passeggiata del cane, e Gino Cecchettin ripete come un mantra: "So che Giulia è trattenuta contro la sua volontà perchè non starebbe mai così tanto tempo senza dare notizie di sè. Dico: ritorna». Poi la realtà cambia rapidamente e quando viene a sapere che l’ex fidanzato di sua figlia è indagato per tentato omicidio, crolla. La storia senza fine dei due ragazzi scomparsi da Vigonovo, nel veneziano, e della Punto nera che vaga tra Friuli, Veneto e Alto Adige cambia di colpo, e chi è vicino a Gino parla di un padre che cede alla tensione. Dall’attesa gioiosa della laurea - sarebbe dovuta esserci ieri - alla scomparsa ed ora l’indagine per tentato omicidio e la notizia del video che apre scenari terribili. E tornano alla luce tutte le paure già espresse nei giorni scorsi.
«Giulia aveva confidato alle amiche di aver avuto paura di Filippo in varie occasioni, anche se a me non aveva detto nulla» racconta la sorella Elena ricordando che in un caso alle amiche aveva detto: 'mi ha fatto veramente paura, sia per le parole che per i gesti che ha usato, per poi minimizzare sui gesti dicendo 'ma no, non è niente». Parole che ora fanno riflettere, come quelle che la stessa Elena, in un momento così difficile, trova per tutte le altre ragazze che potrebbero trovarsi nella situazione di Giulia. 'Se non vi sentite sicure, vi sentite pressate e schiacciate, chiedete aiuto. Cerca di stemperare i toni il legale della famiglia, l'avvocato Stefano Tigani: «Il Procuratore ci ha avvisato prima dell’emissione del comunicato che rende nota l’indagine per tentato omicidio, un fatto che abbiamo molto apprezzato. Capisco il riserbo sulle indagini, è una vicenda complessa ed è giusto che seguano il loro percorso; noi aspettiamo anche se questo passo avanti è preoccupante. Speriamo in una soluzione nel breve - prosegue il legale - perché ogni momento che passa per la famiglia complica tutto. Finché c'è da sperare noi speriamo, e non ho nulla da commentare. Non sappiamo nulla sull'esito degli esami sulle tracce ematiche e sulle eventuali immagini di telecamere del piazzale dove sono stati visti l’ultima volta».
Una voce cui si associa lo zio, Andrea Camerotto, che senza nascondere una tensione palpabile dice che l’iscrizione nel registro degli indagati di Filippo «è un atto dovuto per accelerare l’inchiesta». In ogni caso, aggiunge quasi per darsi forza, «speriamo che Giulia sia ferita, ammaccata ma viva e che i ragazzi tornino a casa: noi siamo gente che sa perdonare». Elena però ripete i suoi dubbi. «Ero preparata al peggio - dice -. Avevo tutti i presentimenti e si stanno confermando. Chiunque fosse loro vicino e che conosceva Giulia e Filippo sapeva che c'era qualcosa che non andava nel loro rapporto». Per Elena, Giulia stava superando il lutto per la morte della madre, ed era pronta «a seguire i suoi sogni e lui li percepiva invece come un distacco». Giulia «non lo voleva allontanare - spiega - ma quello di Filippo era un comportamento ossessivo. Voleva essere sempre dov'era lei». «Forse Giulia avrebbe dovuto chiudere il rapporto già nei primi mesi - conclude la ragazza tra le lacrime - perché abbiamo visto che i problemi erano nati già all’inizio della relazione. Era geloso di cose che non dovevano essere. Spero che Giulia torni, di poterla riabbracciare».
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