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Si finge giurista e truffa studi legali: ecco come una 56enne ha spillato migliaia di euro a decine di avvocati

Il suo schema era sempre lo stesso. Nei colloqui per farsi assumere, stando agli atti, la donna valorizzava «la propria serietà» facendo «riferimento al suo ruolo di volontaria» in un’associazione di primo soccorso

Da quasi 20 anni avrebbe messo in atto truffe di ogni genere, per il suo «spasmodico e continuo bisogno di denaro», ma negli ultimi tre, dal 2020 in poi, si era specializzata nei raggiri ai danni di avvocati. Si presentava, mettendo un curriculum sul sito dell’Ordine dei legali milanesi e nei colloqui faccia a faccia, come esperta giurista nel settore civile, con tanto di profilo sui social, e una volta entrata negli studi rubava soldi dai portafogli, ma anche carte di credito e riusciva ad effettuare prelievi o disporre bonifici, per lei e per il suo compagno, da migliaia di euro.

Con le accuse di furto, truffa e indebito utilizzo di strumenti di pagamento, la donna, 56 anni, con «condanne definitive per truffa e falsi» dal 2006, è stata arrestata su ordinanza del gip di Milano Lorenza Pasquinelli, in un’inchiesta del pool anti-truffe, guidato dall’aggiunto Eugenio Fusco, condotta da Polizia e Polizia locale. Sul telefono della 56enne gli investigatori hanno scoperto che, per prepararsi all’azione e trovare consigli utili, faceva anche ricerche on line digitando frasi come «rubare senza rimorso», «non riesco a tenere un lavoro perché rubo», «come scoprire i pin bancomat» e «dove rubare soldi».

Il suo schema era sempre lo stesso. Nei colloqui per farsi assumere, stando agli atti, la donna valorizzava «la propria serietà» facendo «riferimento al suo ruolo di volontaria» in un’associazione di primo soccorso. Associazione che, tra l'altro, sarebbe stata truffata in passato proprio dalla donna con «raccolte fondi» non autorizzate.

Una volta messo piede negli studi come collaboratrice, la 56enne «approfittando della fiducia», scrive il gip, rubava contanti dai portafogli, prendeva «carte di pagamento» con tanto di «pin e password» e incassava denaro con prelievi o bonifici, per un totale di decine di migliaia di euro. Nel caso di un anziano avvocato, tra l’altro, la donna avrebbe preso la sua carta di credito nel 2021 mentre lui aveva avuto un «malore». Il sospetto dei pm è che potrebbe essere stata lei stessa a provocarlo, anche perché spesso il legale era «in stato di stordimento» in quel periodo. Le indagini, però, sul punto non hanno trovato riscontri.

All’anziano legale, intanto, avrebbe portato via quasi 24mila euro tra bonifici e l’uso della sua carta. Inoltre, come evidenzia il giudice, oltre ai sette studi legali indicati come vittime nel provvedimento, la donna potrebbe aver raggirato almeno altri cinque professionisti, anche se, al momento, uno solo di questi avvocati ha denunciato. Non si può escludere, inoltre, osserva il gip, che possa aver lavorato in studi di «altre città». Lei che non ha alcuna "capacita di autocontrollo rispetto all’appropriazione di denaro». Ai domiciliari e interrogata ieri dal gip, ha ammesso solo una piccola parte delle condotte che le vengono contestate.

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