Venerdì 11 Ottobre 2024

È morto Alfredo Maria Bonanno, l'ideologo dell'insurrezione anarchica. Avrebbe ispirato Cospito

Era l’ultimo teorico dell’insurrezione. L’erede di una stirpe di pensatori che risale, indietro nei secoli, fino a quei personaggi che oggi si studiano a scuola, da Bakunin a Malatesta. Alfredo Maria Bonanno, il "grande vecchio" dell’anarchismo, è morto oggi a Trieste. Aveva 86 anni. La notizia, comunicata agli amici dalla compagna, si è sparsa con la rapidità del fulmine nella galassia antagonista in Italia e nel resto del mondo. A Bonanno, secondo la lettura che venne data dall’anti-terrorismo, si ispirò Alfredo Cospito quando, alla fine degli anni Novanta, diede vita alle Fai-Fri, la rete clandestina di attivisti che spargevano ordigni e pacchi-bomba in nome della lotta al sistema e dell’emancipazione dell’individuo da ogni forma di potere e di gerarchia. Una lettura che all’interno del movimento, dove i dibattiti e le divisioni su dottrina, metodi e obiettivi sono continui e piuttosto accesi, non era condivisa. Ma se non tutti gli anarchici riconoscevano l’efficacia della sua impalcatura teorica, tutti tributavano a Bonanno prestigio e autorevolezza. Provvisto di una laurea in economia e una in filosofia, lasciò un lavoro di dirigente in una piccola azienda dopo essere entrato in contrasto con "i padroni", che lo accusavano di essere troppo in sintonia con gli operai. Alla fine degli anni Sessanta cominciò le sue riflessioni, che oggi compongono una mole impressionante di libri, articoli, interviste. Il suo nome non è mai stato legato ad attentati o ad azioni dirette clamorose e sanguinarie: erano le parole che tracciava sulla carta, e che non mancavano mai di suscitare discussioni e polemiche fra gli anarchici, ad attirare l’attenzione di magistrati e polizia. Come nel 1972, per un opuscolo in cui parlava di insurrezione, o nel 1977, per il volumetto intitolato "La gioia armata". Nel 1995 comparve fra gli imputati del maxi-processo su una presunta organizzazione sovversiva chiamata Orai di cui, secondo le sentenze, fu l’ispiratore. Ancora nel 2009 fu arrestato in Grecia; l’anno successivo fu scarcerato perché ultrasettantenne. Ma l’incalzare dell’età non attenuò mai la sua intransigenza. Ancora nel 2013 intervenne a Roma in un’assemblea all’università La Sapienza, invitato dal gruppo Punx Anarchici, per spiegare ai giovani che «occorre agire, non chiacchierare», perché «abbiamo il diritto alla ribellione».

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