Lunedì 18 Novembre 2024

Incendio nell'ospedale di Tivoli, quattro morti. Oltre 130 i pazienti trasferiti, tra loro bambini e neonati. Aperto fascicolo per omicidio colposo

È di quattro morti il bilancio di un drammatico incendio divampato nella serata dell’Immacolata nell'ospedale di Tivoli, alle porte di Roma. Le fiamme del rogo sono partite dall’esterno sul retro della struttura, coinvolgendo i rifiuti stoccati. Le fiamme si sono poi propagate all’interrato fino al pronto soccorso, con il fumo che ha invaso il nosocomio. «Abbiamo acquisito numerose immagini dall’impianto di videosorveglianza, da cui abbiamo un quadro chiaro su quanto accaduto e attraverso le quali al momento possiamo escludere il dolo», ha detto il procuratore di Tivoli, Francesco Menditto. Le vittime sono due uomini di 76 e 86 anni e due donne di 84 e 86 anni, tutti pazienti della struttura. Non è chiaro se una di loro fosse deceduta poco prima del rogo o invece abbia perso la vita per conseguenza dell’incendio. In poco tempo le fiamme hanno raggiunto il Pronto soccorso e la Terapia intensiva e un denso fumo si è propagato fino ai piani superiori. I Vigili del fuoco hanno evacuato l’ospedale portando via oltre 130 pazienti (134 erano i ricoverati nella struttura) tra cui sette bambini e diversi neonati, anche con l’ausilio di autoscale, e nella notte hanno domato il rogo e condotto le operazioni di messa in sicurezza. Nella vicina palestra comunale Maramotti la Protezione civile comunale ha allestito 150 posti letto con brandine e coperte per accogliere temporaneamente i pazienti in condizioni meno gravi, in attesa che vengano redistribuiti tra gli ospedali della Capitale. L’ala più danneggiata dell’ospedale è quella che si affaccia su Via Roma, strada che è stata chiusa al traffico per permettere il transito dei mezzi pesanti. Sulle cause del rogo indagano i carabinieri. Da una prima ricostruzione, il rogo potrebbe essere divampato al piano meno tre, dove si trova la zona dei rifiuti speciali, o dal meno due dove si trovano diversi ambulatori.

L'indagine

Sono in corso le ultime ispezioni dei vigili del fuoco  negli ascensori. Nei prossimi giorni, ad ambiente raffreddato, ci sarà un nuovo sopralluogo per accertamenti circa la natura dell’evento. La Procura di Tivoli - guidata da Francesco Menditto - ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio colposo plurimo e incendio colposo. Sono inoltre state sequestrate alcune aree dell’ospedale per le indagini. Per le tre vittime è stata disposta l’autopsia ed è stato per questo nominato il medico legale e il tossicologo. Delle tre persone decedute, una era ricoverata in medicina d’urgenza e due in medicina generale.

I familiari di una paziente: "Vogliamo chiarezza"

«Vogliamo chiarezza sulle cause della morte di nostra madre. Ci hanno detto che è morta nel momento in cui è scoppiato l’incendio, ma non per il fumo. Lei aveva 84 anni e aveva un problema ai polmoni, era stata nuovamente ricoverata tre giorni fa al terzo piano. Ora la sua salma si trova nella cappella dell’ospedale perché non è stato possibile portarla nella camera mortuaria». Cosi i familiari di Giuseppina Virginia Facca, uno dei pazienti morti durante l’incendio scoppiato all’ospedale di Tivoli. «Abbiamo appreso della sua morte da un notiziario locale», spiega davanti all’ospedale Olga Ilari, una delle figlie, in attesa di vedere la salma della donna assieme alla sorella.

Una volontaria: "Abbiamo fatto il possibile, perdonateci"

«Abbiamo fatto tutti il possibile. Ci perdonino le anime di chi non siamo riusciti a raggiungere in tempo... Che la terra vi sia lieve». E’ lo sfogo su Facebook di una volontaria intervenuta nella notte all’ospedale di Tivoli. «Si potrebbero dire tante cose, infinite, ma a cosa servirebbe? Una grande disgrazia che non doveva accadere e che si poteva e doveva evitare. Perchè un ospedale dovrebbe offrire cure, serenità, assistenza, conforto. In 12 anni di volontariato e 32 di vita, purtroppo questa è stata una delle notti più tristi - aggiunge la volontaria sul social -. Credetemi non è bello vedere gli occhi di un malato che trasmettono la pura paura di morire. Paura che gli sale ancora di più quando ti vedono entrare nelle stanze buie con il casco in testa, il respiratore sulla bocca e la divisa antincendio addosso». «Sentire persone che gridano, persone che pregano pensando che quella sia la loro ultima preghiera. Telefoni dei pazienti che squillano perchè i loro cari sono in estrema preoccupazione, cercare di rispondere a più chiamate possibili per dare un sospiro di sollievo a chi ha l’anima in pena per il proprio caro ricoverato. Pavimento e pareti che emanano calore - ricostruisce -. Non puoi farti prendere dallo sgomento perchè hai interi reparti da svuotare, scendendo e salendo ripetutamente 4/5 piani a piedi, portando pazienti sui lenzuoli adibiti a barelle. Vedere medici e infermieri che cercano di mantenere ordine e signorile pazienza in mezzo al fumo nocivo che ha invaso corridoi e stanze».

leggi l'articolo completo