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Spilimbergo, al cinema per "Comandante" con le divise naziste: il caso degli esponenti di FdI diventa politico

In un altro contesto si sarebbe potuto parlare di innocuo cosplay, ma indossare divise fasciste e naziste per andare al cinema a vedere il film «Comandante» è una scelta inequivocabilmente politica. È quanto accaduto nel piccolo centro di Spilimbergo, in provincia di Pordenone, dove cinque persone hanno indossato le divise d’epoca per andare al cinema teatro Miotto. Una scelta politica per varie ragioni: perché il film, diretto da Edoardo De Angelis e con Pierfrancesco Favino come protagonista, narra le gesta belliche di Salvatore Todaro, comandante del nuovo sommergibile Cappellini nella Seconda Guerra mondiale. Perché, inoltre, il film viene definito in un sottopancia «profondamente patriottico, che lavora a ridefinire il senso di una virilità consapevole e di un carattere nazionale realmente eroico».

Ha una ragione anche il fatto che le cinque persone presentatesi in uniforme non siano cittadini comuni ma esponenti locali di Fratelli d’Italia. Uno dei quali, Bruno Cinque, ha orgogliosamente rivendicato la scelta postando un messaggio con un significativo corredo di foto: «Abbiamo presenziato per una comparsa scenica con alcuni elementi delle associazioni d’arma e alcuni amici in uniforme storica!!». Una dichiarazione che è sembrava un invito a nozze per la sezione provinciale del Fante di Spilimbergo, che a sua volta ha rilanciato le foto del gruppetto con le divise del Reich esplicitando «I Fanti sempre presenti».

L’idea di proiettare «Comandante» è stata dell’associazione "Il Circolo", col patrocinio del Comune, retto da una amministrazione di destra il cui capoluogo, Pordenone, è a sua volta governato dalla destra. La vicenda ha impiegato un paio di giorni per rimbalzare nell’arena dei social (il fatto è accaduto il 5 dicembre scorso) ma poi è cresciuta diventando una slavina e coinvolgendo, immancabilmente, anche il mondo politico.

Primo a intervenire è stato il segretario regionale di Sinistra italiana Sebastiano Badin, che ha annunciato una interrogazione parlamentare. Poi il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra e la deputata Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd. In note ovviamente diverse, entrambi hanno messo in comparazione quanto avvenuto giovedì sera alla Scala, quando uno spettatore è stato identificato dalla Digos per aver urlato una frase a favore dell’Italia antifascista, e il caso di Spilimbergo. Al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi - cui si sono riferiti i due politici - la risposta. In serata, oltre alla condanna del M5s, sono giunte anche le reazioni a difesa dei Fratelli d’Italia. Il senatore Roberto Menia, storico esponente della destra, definisce Bruno Cinque "persona seria», accogliendone la ricostruzione: una richiesta fatta dal cinema e rivolta a collezionisti. E comunque, a cominciare da La Russa che «non può andare alla prima della Scala che gli contestano qualcosa, ogni giorno ce n'è una...». Dunque, Bruno Cinque, 'lasciatelo in pace, povero Cristo"!». Anche per il presidente di FdI Pordenone Emanuele Loperfido, quella di Spilimbergo non è stata una iniziativa politica, dunque, «la sinistra vede fantasmi e spara nel vuoto, a salve. È solo una scusa per attaccarci».

In un altro contesto si sarebbe potuto parlare di innocuo cosplay, ma indossare divise fasciste e naziste per andare al cinema a vedere il film «Comandante» è una scelta inequivocabilmente politica. È quanto accaduto nel piccolo centro di Spilimbergo, in provincia di Pordenone, dove cinque persone hanno indossato le divise d’epoca per andare al cinema teatro Miotto. Una scelta politica per varie ragioni: perché il film, diretto da Edoardo De Angelis e con Pierfrancesco Favino come protagonista, narra le gesta belliche di Salvatore Todaro, comandante del nuovo sommergibile Cappellini nella Seconda Guerra mondiale. Perché, inoltre, il film viene definito in un sottopancia «profondamente patriottico, che lavora a ridefinire il senso di una virilità consapevole e di un carattere nazionale realmente eroico».

Ha una ragione anche il fatto che le cinque persone presentatesi in uniforme non siano cittadini comuni ma esponenti locali di Fratelli d’Italia. Uno dei quali, Bruno Cinque, ha orgogliosamente rivendicato la scelta postando un messaggio con un significativo corredo di foto: «Abbiamo presenziato per una comparsa scenica con alcuni elementi delle associazioni d’arma e alcuni amici in uniforme storica!!». Una dichiarazione che è sembrava un invito a nozze per la sezione provinciale del Fante di Spilimbergo, che a sua volta ha rilanciato le foto del gruppetto con le divise del Reich esplicitando «I Fanti sempre presenti».

L’idea di proiettare «Comandante» è stata dell’associazione "Il Circolo", col patrocinio del Comune, retto da una amministrazione di destra il cui capoluogo, Pordenone, è a sua volta governato dalla destra. La vicenda ha impiegato un paio di giorni per rimbalzare nell’arena dei social (il fatto è accaduto il 5 dicembre scorso) ma poi è cresciuta diventando una slavina e coinvolgendo, immancabilmente, anche il mondo politico.

Primo a intervenire è stato il segretario regionale di Sinistra italiana Sebastiano Badin, che ha annunciato una interrogazione parlamentare. Poi il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra e la deputata Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd. In note ovviamente diverse, entrambi hanno messo in comparazione quanto avvenuto ieri sera alla Scala, quando uno spettatore è stato identificato dalla Digos per aver urlato una frase a favore dell’Italia antifascista, e il caso di Spilimbergo.

Al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi - cui si sono riferiti i due politici - la risposta. In serata, oltre alla condanna del M5s, sono giunte anche le reazioni a difesa dei Fratelli d’Italia. Il senatore Roberto Menia, storico esponente della destra, definisce Bruno Cinque «persona seria», accogliendone la ricostruzione: una richiesta fatta dal cinema e rivolta a collezionisti. E comunque, a cominciare da La Russa che «non può andare alla prima della Scala che gli contestano qualcosa, ogni giorno ce n'è una...». Dunque, Bruno Cinque, «lasciatelo in pace, povero Cristo!». Anche per il presidente di FdI Pordenone Emanuele Loperfido, quella di Spilimbergo non è stata una iniziativa politica, dunque, «la sinistra vede fantasmi e spara nel vuoto, a salve. È solo una scusa per attaccarci».

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