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"Il Superbonus è radioattivo", ma Giorgetti apre alle modifiche. Opposizioni compatte, tesoretto contro la violenza sulle donne

Giancarlo Giorgetti

Il sacco di sabbia per arginarne gli effetti nocivi non è bastato: il Superbonus continua ad essere radioattivo. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti usa nuove metafore, ma conferma la preoccupazione sui costi legati all’agevolazione che a fine anno lascerà un conto da pagare vicino ai 100 miliardi.

Il dossier però, nonostante i mal di pancia, resta sul tavolo del Mef, che non chiude sull'ipotesi di un intervento non oneroso e senza proroghe, attraverso il Sal (Stato avanzamento lavori) straordinario.

La strada potrebbe essere più il Milleproroghe, che la manovra. Ma proprio sulla legge di bilancio si registra invece una convergenza delle opposizioni nel convogliare tutte le risorse del 'tesorettò su un’unica proposta comune centrata sul contrasto alla violenza sulle donne.

Il tema è più che mai attuale dopo l’omicidio di Giulia Checcettin. Le minoranze, per non disperdere in mille rivoli i circa 40 milioni della loro quota del fondo per le modifiche parlamentari, scelgono di concentrarli tutti su un unico tema, quello della violenza di genere. Faremo «un emendamento condiviso» solo su questo tema, annuncia il capogruppo del M5s in Senato Stefano Patuanelli.

Per "dare un messaggio inversamente proporzionale alla frammentazione degli emendamenti dei relatori» e fare con le poche risorse «una misura utile», aggiunge il senatore dem Daniele Manca.

Sarà un «pacchetto di interventi concreti e immediati», che parte da vari emendamenti presentati dalle opposizioni, spiega Raffaella Paita di Iv: l’aumento da 4 a 10 milioni del fondo per il reddito di libertà, altri 10 milioni per il potenziamento dei centri antiviolenza, 20 milioni per gli immobili da adibire alle case rifugio.

Dalla maggioranza i segnali sono positivi e non si esclude la possibilità di sostenere la misura anche con risorse del 'tesorettò della maggioranza: «Vediamo, non ci sono problemi a sostenere dei temi», dice l’azzurro Dario Damiani, che sull'idea di lavorare "insieme» fa l’esempio del fondo per l’Alzheimer, un tema del centrosinistra, su cui i relatori hanno presentato un emendamento.

Sui lavori sulla manovra, che procedono intanto spediti con la commissione Bilancio al Senato che sarà impegnata per tutto il week end con l’obiettivo di votare lunedì il mandato al relatore, aleggia anche il tema sempre caldo del Superbonus.

L'ipotesi spuntata nei giorni scorsi di usare la leva della Sal straordinaria al 31 dicembre per salvaguardare il 110% sui lavori entro fine anno non sembra al momento tramontata del tutto. Lo strumento però potrebbe essere alla fine il Milleproroghe.

«Vediamo, stiamo monitorando», dice il ministro Giorgetti. Il pressing per una proroga è alto: lo chiede Confedilizia, ma ad insistere è anche Forza Italia. La partita si gioca su filo perché Giorgetti è tornato ancora una volta a sparare a zero.

«E' come l’energia nucleare: in tanti sono a favore, in tanti contro», osserva, mettendo in chiaro che «ci sono degli aspetti da considerare sull'economia ma anche sui conti pubblici». Ancor più per un paese come il nostro, che con il debito deve fare «attenzione» e fare azioni che ispirino «credibilità e serietà». E così se il Superbonus "poteva avere senso» quando è stato pensato, «poi andava ridotto».

Del resto, nonostante il governo ci abbia «messo sopra un sacco di sabbia», il 110% continua ad «emanare radioattività», con un conto salato da pagare: «94 miliardi e entro fine anno sforeremo i 100», calcola il ministro. Gli ultimi dati dell’Enea aggiornano il bilancio: a novembre gli investimenti ammessi a detrazione hanno raggiunto la cifra di 96,76 miliardi.

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