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Torino, la scelta della preside Maria Teresa Furci (vibonese d'origine): “Niente compiti per le vacanze"

La circolare della dirigente scolastica agli insegnanti: "La mente ha bisogno di riposare"

Vacanze di Natale senza compiti. E' la decisione intrapresa dalla dirigente scolastica di un'istituto di Torino, Maria Teresa Furci (con chiare origini calabresi, è nata e cresciuta infatti a Vibo Valentia).

Un'apposita circolare ai docenti invitandoli a dare dei compiti solo se personalizzati, improntati alle tradizioni locali del Natale, all'incontro con i parenti che non si vedono da tanto tempo. La ragione di questa scelta? "Non essere prigionieri ancora una volta nelle case" ma "esplorare" il mondo, cogliendo l'occasione di un lungo periodo di vacanza.

"Gli studenti - chiarisce la dirigente scolastica - hanno bisogno del tempo del riposo e non di trascinarsi il pensiero e l'ansia dei compiti, soprattutto durante le vacanze invernali quando bisogna recuperare per affrontare il nuovo anno con maggiore carica ed energia". Per questo, in un documento inviato ai docenti, ha chiesto di evitare di assegnare i compiti delle vacanze "indiscriminatamente". "Sappiamo bene – scrive Furci – quanto gli alunni più bravi non ne abbiano bisogno e come i più deboli, possibilmente, eviteranno di svolgerli o si faranno aiutare da genitori o amici, in calcio d’angolo, il giorno prima del rientro a scuola".

L’energia e il riposo - ha aggiunto la Furci - “si acquistano anche conducendo vita serena in famiglia, visitando parenti e amici e svolgendo attività complementari diverse da quelle della scuola. Situazioni che la frenesia della vita quotidiana non consente di vivere a pieno e ancor di più oggi che gli studenti vivono un momento di fragilità". Per questa ragione tra i compiti personalizzati Maria Teresa Furci suggerisce anche esperienze e opportunità come "appassionarsi alle tradizioni, alla storia dei luoghi, ad alzare lo sguardo. Non essere prigionieri nelle case ancora una volta a dover svolgere i compiti. Per chi è bravo non sono sempre necessari, chi è in difficoltà avrebbe bisogno di un aiuto. L’invito quindi è darli a chi ha bisogno, valutando e personalizzando le attività. Come suggerire di andare a vedere una mostra, leggere un libro, farsi raccontare storie di vita e familiari da chi ha i nonni".

 

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