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Papa Francesco: "Lo sguardo e il cuore dei cristiani di tutto il mondo sono rivolti a Betlemme"

«Lo sguardo e il cuore dei cristiani di tutto il mondo sono rivolti a Betlemme; lì, dove in questi giorni regnano dolore e silenzio, è risuonato l'annuncio atteso da secoli: 'È nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore».

Con queste parole Papa Francesco ha iniziato il suo Messaggio natalizio prima della benedizione Urbi et Orbi. «Ecco la notizia che cambia il corso della storia!», ha sottolineato. «Oggi a Betlemme tra le tenebre della terra si è accesa questa fiamma inestinguibile, oggi sulle oscurità del mondo prevale la luce di Dio, che illumina ogni uomo», ha aggiunto il Pontefice.

"Quante stragi d'innocenti nel mondo, i Gesù di oggi"

«Nella Scrittura, al Principe della pace si oppone il principe di questo mondo che, seminando morte, agisce contro il Signore, amante della vita. Lo vediamo - ha detto Bergoglio - in azione a Betlemme quando, dopo la nascita del Salvatore, avviene la strage degli innocenti. Quante stragi di innocenti nel mondo: nel grembo materno, nelle rotte dei disperati in cerca di speranza, nelle vite di tanti bambini la cui infanzia è devastata dalla guerra. Sono i piccoli Gesù di oggi, questi bambini la cui infanzia è devastata dalla guerra, dalle guerre».

"Come si può parlare di pace se cresce vendita armi"

«Dire sì al Principe della pace significa dire no alla guerra, a ogni guerra, alla logica stessa della guerra, viaggio senza meta, sconfitta senza vincitori, follia senza scuse. Ma per dire no alla guerra bisogna dire no alle armi. Perché, se l’uomo, il cui cuore è instabile e ferito, si trova strumenti di morte tra le mani, prima o poi li userà. E come si può parlare di pace se aumentano la produzione, la vendita e il commercio delle armi?». «Oggi, come al tempo di Erode, le trame del male, che si oppongono alla luce divina, si muovono nell’ombra dell’ipocrisia e del nascondimento: quante stragi armate avvengono in un silenzio assordante, all’insaputa di tanti!», ha affermato il Pontefice. «La gente, che non vuole armi ma pane, che fatica ad andare avanti e chiede pace, ignora quanti soldi pubblici sono destinati agli armamenti - ha proseguito -. Eppure dovrebbe saperlo! Se ne parli, se ne scriva, perché si sappiano gli interessi e i guadagni che muovono i fili delle guerre». Francesco ha ricordato che «Isaia, che profetizzava il Principe della pace, ha scritto di un giorno in cui 'una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione; di un giorno in cui gli uomini 'non impareranno più l'arte della guerra, ma 'spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falcì». «Con l’aiuto di Dio, diamoci da fare perché quel giorno si avvicini!», ha aggiunto.

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