La cerimonia del "Presente" seguita ai saluti romani, il tutto immortalato dagli smartphone dei residenti del quartiere Tuscolano e rimbalzato sui social network. La commemorazione dei militanti Msi morti 45 anni fa a via Acca Larentia, a Roma, innesca la reazione delle opposizioni che chiedono chiarimenti al governo e, in particolare al ministro Matteo Piantedosi.
A non convincere Elly Schlein e gli altri partiti di opposizione, è la presenza sul posto delle forze dell’ordine - riprese anch’esse dai telefonini - che avrebbero assistito inermi ai saluti fascisti. Non solo: il Partito Democratico del Lazio, con il segretario Enzo Foschi, denuncia la presenza di istituzioni regionali e nazionali nel piazzale della storica sezione del Movimento Sociale.
E la consigliera Emanuela Droghei chiama in causa il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, a suo dire presente ai saluti. Rocca smentisce e annuncia querela contro Droghei. Per le opposizioni rimane, tuttavia, il caso di una manifestazione che in coro definiscono «inaccettabile».
Lo, ad esempio, Carlo Calenda: «Questa è una vergogna inaccettabile in una democrazia europea». La prima a chiamare in causa Piantedosi è Elly Schlein: «Roma, 7 gennaio 2024. E sembra il 1924. Presenteremo un’interrogazione al Ministro Piantedosi, quel che è accaduto non è accettabile. Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte, come dice la Costituzione». A interrogare il ministro è anche Angelo Bonelli di Alleanza Verdi e Sinistra che si chiede «come sia stato possibile che si sia permessa questa sceneggiata fascista. La glorificazione e la celebrazione di simboli e gesti inneggianti al fascismo sono inaccettabili e vanno contro i valori fondamentali della democrazia e della convivenza civile».
Italia Viva, con il capogruppo alla Camera Davide Faraone, spiega che «l'adunata di Acca Larentia mette i brividi. Piantedosi ci dica: il reato di apologia del fascismo è stato abolito? La Digos ieri sera era operativa? Quante persone ha fermato? Quante segnalazioni sono arrivate? Non è tollerabile l’indifferenza nei confronti di manifestazioni che si richiamano ai simboli del Ventennio», conclude Faraone. Alcuni parlamentari, poi, sottolineano la differenza nel trattamento riservato dalle forze dell’ordine al solitario contestatore del teatro La Scala e ai militanti che hanno partecipato alla cerimonia di Acca Larentia: «Vista la prontezza con cui alla Scala le forze dell’ordine sono intervenute per un urlo (innocuo), sono in attesa che il ministero dell’Interno comunichi di aver provveduto ad aver attivato le stesse procedure seguite dalla Digos alla Scala di Milano e a passare le riprese alla magistratura per le necessarie identificazioni», dice il capogruppo di Iv al Senato, Enrico Borghi.
All’esponente Iv fa eco la parlamentare Pd, Laura Boldrini: «Un signore alla prima della Scala grida 'Viva l’Italia antifascistà, cioè il principio base della nostra Costituzione, e viene immediatamente identificato dalla Digos come se fosse un potenziale pericolo. Centinaia di persone si radunano, ogni anno, facendo chiara apologia del fascismo a braccio teso, cioè contro la Costituzione, e nessuno interviene, nè li identifica, nè lo impedisce. Il mondo alla rovescia, la vergogna è questa qui». Per Riccardo Magi, segretario di +Europa, «il ministro Piantedosi dovrebbe chiarire perchè questo diverso trattamento tra chi afferma un principio costituzionale e chi invece della costituzione italiana se ne frega».
Dal Movimento 5 Stelle filtra indignazione per «l'oscenità» rappresnetata da saluti romani che, viene spiegato, sembrano troppo facilmente metabolizzati dalla politica. «Il saluto romano è espressione di un’ideologia generatrice di morte e di sopraffazione, che ha portato il nostro Paese alla distruzione. Non ha nulla a che vedere con la commemorazione, il cordoglio e la pietà per chi è morto. Su questo non possono esserci dubbi ed è doveroso che ci sia unanimità tra le forze politiche nel respingere e condannare ogni rigurgito di violenza, da chiunque arrivi», spiega la senatrice M5S e presidente della commissione di vigilanza Rai, Barbara Floridia.
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