Lunedì 14 Ottobre 2024

"Traditi e truffati da Chiara Ferragni", le mail dei consumatori: "Volevamo aiutare i bambini"

«Traditi e truffati». Si sentono così, a leggere le email che hanno inviato al Codacons, i consumatori che lamentano di aver comprato a prezzo maggiorato, ossia a poco più di nove euro invece che a quasi quattro euro, l'ormai noto pandoro Balocco "Pink Christmas" griffato Chiara Ferragni, convinti che parte del ricavato andasse in beneficenza e che ora vogliono essere risarciti. All’associazione, che ha presentato poco prima di Natale l'esposto da cui sono scattate le indagini, sono arrivate in queste ore centinaia di segnalazioni. Ha scremato le più rilevanti e circostanziate, 255 in totale al momento, che presto saranno acquisite dalla Procura di Milano nell’inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, per truffa aggravata a carico dell’influencer e dell’imprenditrice Alessandra Balocco. Il Codacons depositerà la prima tranche delle mail lunedì. Poi, spetterà ad investigatori e inquirenti raccogliere le eventuali denunce. «Noi abbiamo acquistato il pandoro proprio perché la nostra neonata era stata curata dal Regina Margherita (l'ospedale di Torino, ndr) e pertanto abbiamo scelto questo pandoro. Non abbiamo lo scontrino ma la foto del dolce», scrive una donna. "L'anno scorso - si legge in un’altra email - abbiamo acquistato un pandoro (...) Nonostante le nostre poche risorse economiche e il prezzo non irrisorio, ci sembrava comunque una buona iniziativa per aiutare chi è meno fortunato di noi. Adesso ci sentiamo traditi e truffati, perché per noi è stata una spesa che abbiamo fatto con il cuore». Un’altra consumatrice racconta di aver comprato «15 pandori (stupida) come regali di Natale a cugine ed amiche» e aggiunge: "Scherzare e far danaro sulla sorte dei meno fortunati è una cosa pessima, credo che dovrebbero rimborsare oltre al costo del pandoro anche i danni morali». E ancora: «Ho acquistato 5 pandoro (...) e mi sento presa in giro in quanto ho fatto questi acquisti sapendo che il ricavato andava per aiutare dei bambini». C'è chi spiega di non volere «rimborsi» ma parla di una operazione «disdicevole». E chi fa presente di aver acquistato "un pandoro per mia figlia, per il colore rosa e perché molti anni fa ho lavorato come volontario clown in corsia a Genova con alcune persone che andavano a fare i clown al Regina Margherita». Un altro utente dice di aver comprato «sia il pandoro che l’uovo di Pasqua della Ferragni per mia figlia», anche per la «beneficenza tanto decantata» e parla di "imbroglio, pur non essendo più in possesso di nessuno scontrino». Un altro consumatore racconta che nel «Natale 2022, ingannato dalla pubblicità della signora Ferragni, comprai per tutti gli amici e la mia famiglia circa 30 pandori, convinto che il differenziale tra prezzo standard e prezzo applicato andasse all’ospedale pediatrico». E c'è chi dice di averli presi «su insistenza di mia figlia perché li aveva visti su Instagram» e conclude: «Nonostante il prezzo così alto per un pandoro l’ho acquistato proprio perché c'era l’opportunità di fare qualcosa di buono». Intanto, un nodo delle indagini che dovrà essere sciolto nei prossimi giorni, prima di iniziare la fase dell’ascolto dei testimoni, è quello della competenza territoriale ad indagare tra le Procure di Milano e Cuneo, perché anche la seconda ha in corso un’inchiesta con Ferragni e Balocco indagate. A Fossano, vicino alla città piemontese, infatti, ha sede l’azienda dolciaria, mentre nel capoluogo lombardo sono basate le società dell’influencer. Uno dei criteri per stabilire chi dovrà indagare è quello del luogo dove sarebbe stato incassato il presunto «profitto ingiusto» e gli inquirenti milanesi stanno lavorando proprio su questo, per definire la questione della competenza.

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