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Caso Sgarbi: sul "Manetti" sequestrato la parola ai periti. Il professore si difende

Saranno i periti nominati dalla procura di Macerata a chiarire se quella "torcia" che compare in alto a sinistra del quadro "La cattura di San Pietro" del pittore senese Rutilio Manetti, nella disponibilità del sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, sia stata inserita da qualcuno ad oggi ignoto con l’obiettivo, come sostiene l’accusa, di «ostacolarne la provenienza delittuosa».

Il critico d’arte, indagato dalla procura di Macerata (al momento competente per via della residenza dell’indagato a San Severino Marche, ndr.) per riciclaggio di un bene culturale, ha consegnato spontaneamente ai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale la tela in suo possesso, conservata in un magazzino della Fondazione "Cavallini-Sgarbi" a Ro Ferrarese.

Il professore è pronto a difendersi con ogni mezzo da questa vicenda, sostenendo che si tratta di due quadri diversi: quello in suo possesso lo avrebbe trovato all’interno di un castello abbandonato del Viterbese, acquistato dalla Fondazione, mentre quella esposta a Lucca sarebbe una copia in 3D dell’originale.

"La cattura di San Pietro" (247x220 centimetri) fu trafugata nel 2013 dal Castello di Buriasco, in Piemonte: ignoti usarono un taglierino per portarla via, sostituendo il quadro con una foto. La proprietaria, Margherita Buzio, ne denunciò il furto a febbraio di quell'anno ai carabinieri di Vigone (Torino). Secondo l’accusa, quel "Manetti" riapparve, con l’inserimento della torcia, in una mostra a Lucca nel 2021 come inedito di proprietà di Sgarbi.

L'inchiesta resta al momento sul tavolo del procuratore capo di Macerata, Giovanni Narbone, e del sostituto Claudio Rastrelli, che disporranno dei riscontri scientifici sulla tela e sui dispositivi telematici, informatici e documentali sequestrati ieri nelle tre abitazioni perquisite dai carabinieri. Sulla vicenda potrebbe aprirsi una questione di competenza territoriale tra le procure: il furto del quadro è stato denunciato nel Torinese, sarebbe riapparso a Lucca, il fascicolo è stato aperto a Imperia ed è approdato a Macerata.

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