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Quattordicenne giustiziato a Roma, il patrigno: “Mi avevano chiamato per un chiarimento dopo una lite”

«Mi sono avvicinato a lui e gli ho alzato la maglietta: era tutto sporco di sangue e aveva un foro all’altezza del cuore. Mi è morto tra le braccia». A raccontarlo, intervistato dalla Stampa, è Tiberiu il compagno della madre di Alexandru Ivan, il quattordicenne ucciso alle porte di Roma.
Il ventottenne ripercorre la serata: «Mi avevano dato appuntamento per un chiarimento quei due uomini con cui mi ero picchiato al bar verso le 11 di sera - dice - Mi hanno scritto su Messenger perché siamo amici su Facebook. 'Dobbiamo parlarti, dobbiamo chiarirci, vieni al parcheggio' e io ci sono andato insieme ad Alexandru, suo nonno, suo zio materno, mia madre e mia sorella».
E sui motivi della lite taglia corto: «Perché quei due erano prepotenti. Forse io gli stavo antipatico, ma noi non siamo gente che può sopportare che qualcuno ti derida. E ci siamo picchiati».

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