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Anna Bellisario morta a 20 anni per un tiramisù non vegano? Il pm: "Nel dolce c'era mascarpone"

Anna Bellisario

Il gip di Milano Fiammetta Modica ha disposto, su richiesta della Procura, una misura di interdizione dall’attività imprenditoriale per i titolari, madre e figlio, della Glg srl, l’azienda produttrice del "Tiramisun" con marchio Mascherpa nell’ambito dell’inchiesta per omicidio colposo sulla morte della 20enne Anna Bellisario.

La giovane era deceduta il 5 febbraio dello scorso anno dopo dieci giorni di coma per shock anafilattico provocato, stando all’ipotesi al vaglio, da tracce di latte, a cui era fortemente allergica, contenute in un tiramisù venduto dalla società produttrice come vegano. Dolce che la giovane aveva mangiato il 26 gennaio nel corso di una cena, in compagnia del fidanzato, in un fast food in centro.

L'ipotesi del pm: "Nel tiramisù c'era mascarpone"

L’evento che «ha causato il decesso di Anna Bellisario» è «da ricondurre, secondo la prospettazione accusatoria, all’erroneo utilizzo di mascarpone nella produzione della crema destinata al tiramisù vegano». Lo scrive il procuratore di Milano Marcello Viola in un comunicato relativo alla «misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare qualsivoglia attività imprenditoriale» per un anno nei confronti di due responsabili, madre e figlio, della Glg srl, azienda produttrice del «Tiramisun». «La quantità di caseine riscontrata nel prodotto in questione - spiega la Procura - indica che il mascarpone era presente nel preparato come ingrediente e non come 'semplicè contaminante e che, quindi» è risultato «fatale per la vittima», che era fortemente allergica al latte. L’attività investigativa ha "consentito di individuare la causa dell’accaduto nel tiramisù parzialmente ingerito dalla vittima, per presenza di beta-lattoglobuline nonostante il prodotto fosse venduto come "vegano"».

Dalle indagini sono emersi «fin da subito», chiariscono i pm, "molteplici criticità in ordine alle procedure produttive» alla Glg srl, «alla formazione del personale, nonché alla prevenzione, eliminazione e/o riduzione dei pericoli che hanno avuto un effetto causale nella determinazione» della morte. Le altre posizioni «inizialmente iscritte, a fini di garanzia per consentire il più ampio contraddittorio in fase di consulenza tecnica», come quelle dei responsabili del fast food dove la ragazza mangiò il dolce, «sono state stralciate ed in relazione alle stesse si procederà con richiesta di archiviazione, avendo escluso l’efficienza causale delle loro condotte nella determinazione dell’evento mortale».

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