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Ragazzino pestato a sangue da una baby-gang. Lo salva un autista di un bus: "Erano in quattro contro uno"

"Erano in quattro contro uno, ho azionato il freno a mano e li ho messi in fuga": così un autista dell’Atv, l’azienda di trasporto di Verona, racconta come ha salvato giovedì scorso un sedicenne dalla furia di quattro coetanei, a pochi passi dalla scalinata della sede municipale di Palazzo Barbieri. Il giovane è stato circondato e preso a calci, pugni e schiaffi per aver negato un euro ai suoi aggressori che hanno agito indisturbati in mezzo alla gente. Solo l’intervento dell’autista ha evitato un epilogo tragico. "Poteva finire peggio", dice tra le lacrime la madre della vittima. L’episodio è avvenuto in pieno centro e in pieno giorno. Gli aggressori non si sono fermati neppure quando il ragazzino, dolorante e piangente, è finito a terra. Anzi uno dei teppisti gli si è messo a cavalcioni per tenerlo bloccato mentre i complici continuavano a malmenarlo. Mentre altri ragazzini filmavano l’episodio, solo l’autista del pullman ha avuto il coraggio di scendere dal mezzo e mettere in fuga gli aggressori.

"Ero fermo perché il semaforo era rosso - riferisce l’uomo - quando mi sono trovato ad assistere a quella scena terribile. A quel punto ho azionato le quattro frecce di emergenza e il freno e sono corso giù ad aiutarlo". Un intervento provvidenziale che ha messo in fuga il quartetto. Quanto è risalito sul bus, l’autista-eroe è stato accolto dagli applausi dei suoi passeggeri. Tra i primi a volersi complimentare con l’uomo è stato il presidente del Veneto Luca Zaia per "aver scelto di non voltarsi dall’altra parte, intervenendo a difesa di un giovane preso a calci e pugni da alcuni coetanei". Nel condannare l’episodio il governatore ha rilevato "che ogni atto di violenza va stigmatizzato con fermezza in quanto non rappresenta il modo corretto per far valere e rivendicare le proprie ragioni".

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