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Il padre di Ilaria Salis: quereliamo Salvini per diffamazione

«Ci faremo dare opportuna procura da Ilaria perchè, a seguito delle dichiarazione lesive della sua reputazione per quanto riguarda il presunto assalto al chiosco della Lega a Monza, abbiamo deciso di querelare Matteo Salvini per diffamazione": è quanto ha detto all’ANSA Roberto Salis, il padre della 39enne milanese Ilaria in carcere da quasi un anno a Budapest. Inoltre, «in seguito all’ignobile attacco e all’imboscata della trasmissione Diario del giorno, la famiglia ha deciso di querelare anche Giuseppe Brindisi e Alessandro Sallusti per diffamazione».

«E' assurdo che questa Salis in Italia faccia la maestra - ha affermato Salvini - . E’ normale che una maestra elementare vada in giro per l’Europa e adesso scopro anche in Italia a picchiare e sputare alla gente?». Intanto, il sito Tuttoscuola precisa che Salis «non lavora come maestra in una scuola primaria ma ha svolto delle supplenze brevi in una scuola secondaria come docente di Lettere».

Tajani a Salvini: errore caso giudiziario diventi politico

«Salvini ha detto per onestà che il trattamento di Salis in Ungheria non è consono, poi è un errore trasformare una vicenda giudiziaria in vicenda politica. Il governo si preoccupa per il rispetto dei diritti, noi siamo garantisti e cerchiamo di far rispettare il diritto comunitario per la tutela dei cittadini italiani». Così il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ospite di Restart su Raitre, ribatte all’affondo di Salvini contro Ilaria Salis.

I legali: confidiamo nell'appoggio del governo

«I legali di Ilaria Salis confidano in un appoggio delle autorità italiane prima di presentare una nuova istanza di arresti domiciliari in Italia conformenente alla decisione quadro del Consiglio d’Europa 229 del 2009». Lo affermano Eugenio Losco e Mauro Straini, difensori dell’insegnante milanese detenuta a Budapest. Il riferimento è alla decisione quadro in base alla quale gli Stati della Ue si impegnano a riconoscere la possibilità di scontare le misure cautelari nel Paese di origine del soggetto indagato.

 

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