«Dietro la sistematica campagna di diffamazione non c'è alcuna "inchiesta giornalistica", ma l’uso criminale delle accuse di un pregiudicato, Dario di Caterino. Il quale, come "vendetta" per essere stato allontanato, ha scritto una lettera di menzogne e diffamazioni, che il giornale e la trasmissione televisiva hanno rilanciato senza preoccuparsi di verificare se le cose scritte fossero vere». Lo afferma Vittorio Sgarbi in una nota di 'replica a Il Fatto e a Report', spiegando che è Dario Di Caterino, suo ex collaboratore, poi allontanato, l'autore della lettera anonima da cui è scaturita l’indagine dell’Antitrust.
Di Caterino - spiega Sgarbi nella nota - «pensava di non essere scoperto, ma dopo le prime verifiche (cui sono seguite le denunce) è stato presto individuato; solo allora, pensando forse di attenuare la sua posizione davanti all’autorità giudiziaria, ha dichiarato a Il Fatto di esserne l’autore, fingendosi (lui pregiudicato con diverse denunce alle spalle) quello che non era». «Di Caterino non è mai stato il mio social media manager - precisa Sgarbi - ha collaborato per pochi mesi nella gestione dei miei profili social per le riprese e il montaggio dei video. Ben presto però, a causa di suoi comportamenti ambigui e ingannevoli si è scoperto che aveva alle spalle numerose denunce per truffa, e che per questo era stato arrestato. Circostanza, questa, che ha tenuto nascosta. Anzi, durante il periodo di detenzione, con la complicità della madre, ci disse che era stato ricoverato in ospedale in coma. Viste le premesse, gli fu chiesto di fornire i certificati del casellario giudiziario e quello dei carichi pendenti. Ma inutilmente. Da qui l'allontanamento». «Di Caterino, diversamente da quanto sostengono Il Fatto e Report non è mai stato un «collaboratore ministeriale» - sostiene ancora Sgarbi -: sarebbe bastato fare una semplice verifica al ministero per appurarlo. I dati a cui ha avuto accesso li ha ottenuti in maniera fraudolenta violando alcune caselle di posta elettronica, reato per il quale è stato denunciato e per il quale c'è una inchiesta in corso. La decisione di allontanarlo nasce da questi fatti. Adesso Il Fatto e Report, con la solita opera di manipolazione e con una messa in scena da vero spettacolo teatrale si sforzano di renderlo "credibile» agli occhi dei telespettatori, omettendo le sue truffe, le sue sistematiche menzogne, la sua detenzione, la condanna per truffa». «Ecco, questo era necessario ricordare a tutti per capire chi sia questo Dario di Caterino - conclude Sgarbi -. Ma soprattutto per capire a quali mezzi ricorrono Il Fatto e Report per condurre la sistematica opera di diffamazione e delegittimazione cominciata lo scorso ottobre e tutt'ora in corso».
Caricamento commenti
Commenta la notizia