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Caso Salis, il ministro Nordio: “C'è dolore e sorpresa. Ma quando accadde da noi, poche proteste...”

Per Ilaria Salis c'è «dolore e sorpresa». Lo dice il ministro Carlo Nordio in una intervista a La Stampa. «Anche se - aggiunge - ricordo che anni fa, durante la tangentopoli veneta, un mio collega fece sfilare in manette due imputati in piazza San Marco a Venezia dove avevamo gli uffici della Procura. Protestarono in pochi». Finché dura il processo, ha spiegato ancora il ministro della Giustizia, «la giurisdizione ungherese è sovrana. Nè il governo ungherese nè quello italiano possono intervenire. Immaginate cosa accadrebbe se io chiamassi un magistrato per raccomandare la sorte di un imputato. Si griderebbe, giustamente, al sacrilegio. Il ministero della Giustizia nel caso di cittadini italiani arrestati all’estero, non è titolare di alcun potere di intervento perché l’assistenza è affidata alla Farnesina. Si può tuttavia operare sul fronte del trattamento penitenziario affinché si rispettino le norme europee». Secondo Nordio, «se si vuole realmente ottenere un risultato concreto, l’esperienza suggerisce di agire con prudenza senza sollevare polemiche che potrebbero irritare la controparte e sortire l’effetto contrario. E’ quello che sta facendo il collega Tajani. Al padre di Ilaria ho personalmente spiegato tutto nell’incontro dello scorso 23 gennaio. A lui ho comunque assicurato il nostro supporto e tornerò domani a fargli il punto della situazione». Parlando poi del problema delle carceri italiane e del sovraffollamento, Nordio ha detto che «dipende dalla sproporzione tra il numero dei detenuti e le carceri disponibili. Quindi o diminuiamo i primi o aumentiamo le seconde. Si può e talvolta si deve, ricorrere alle misure alternative». E, conclude, «occorre poi incidere sulla carcerazione preventiva che per molti imputati poi assolti, si è rivelata ingiustificata».

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