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I funerali di Vittorio Emanuele nel duomo di Torino: poi la sepoltura a Superga

I funerali di Vittorio Emanuele si svolgeranno sabato 10 febbraio alle 15 nel duomo di Torino, una scelta fatta «in considerazione delle numerose richieste di partecipazione». L’annuncio ufficiale è arrivato con una nuova nota della Real Casa nella quale Emanuele Filiberto che ringrazia «tutti coloro che, in queste ore, stanno manifestando il proprio cordoglio».

E’ affidato dunque a lui, «a nome di Casa Savoia», il ringraziamento della famiglia per i messaggi ricevuti dopo la morte di Vittorio Emanuele ed è sempre lui a ricordare che l’accesso al Duomo «sarà possibile soltanto con l'invito». Subito dopo la cerimonia funebre, il figlio dell’ultimo re d’Italia sarà sepolto «in forma strettamente privata» nella cripta reale nella Basilica di Superga mentre il giorno prima dei funerali, venerdì 9, sarà allestita la camera ardente nella chiesa di Sant'Uberto, all’interno della Reggia di Venaria, dalle 12.30 alle 21.

Accanto al feretro sarà presente la Guardia d’Onore del Pantheon che in queste ore è in contatto con i Savoia: "C'eravamo anche nel 1983 - ricorda il comandante Ugo D’Atri, presidente della Guardia d’Onore - unico precedente, in occasione dei funerali di re Umberto II». Le spoglie di Vittorio Emanuele arriveranno dunque venerdì nella chiesa di Sant'Uberto alla Reggia di Venaria Reale di Torino, capolavoro barocco di Filippo Juvarra, commissionato da Vittorio Amedeo II terminato nel 1729.

La sepoltura avverrà il giorno dopo nella basilica di Superga, sulla collina di Torino. Un «posto bellissimo», lo aveva definito lo stesso Vittorio Emanuele che aveva espresso il desiderio di riposare lì. Il santuario, opera sempre di Juvarra, fu concluso nel 1731 e progettato su commissione di Vittorio Amedeo II, per un voto fatto alla Madonna delle Grazie nel 1706, durante l’assedio dei Franco-Spagnoli in Piemonte. La basilica solo dal 1778 vede realizzata la cripta contenente le tombe dei reali di Casa Savoia.

Il progetto fu affidato all’architetto Francesco Martinez, nipote di Juvarra, e fu voluta da Vittorio Amedeo III, che diede forma a un desiderio del nonno, Vittorio Amedeo II, di avere un mausoleo per i defunti dei Savoia. Al suo interno riposano i reali di Casa Savoia fino a Carlo Aberto.

Le spoglie di Vittorio Emanuele ora arriveranno nello stesso luogo. Il comandante D’Atri ricorda Vittorio Emanuele come «un uomo semplice, molto comunicativo e con una grande carica di umanità. Una persona gentile e affettuosa che è stata dipinto negli anni in modo non corrispondente alla realtà. Nel 2005 morì mia madre - racconta - e lui mi mandò un messaggio con su scritto; 'Carissimo Ugo, ti abbracciò. Ecco, con queste parole mi ha 'fregatò per sempre perché mi ha legato a lui ancora più profondamente», dice ancora oggi commosso. Già da ieri al Circolo Savoia di Napoli le bandiere sono a mezz'asta in segno di lutto per la morte di Vittorio Emanuele.

"Il Circolo deve il suo nome alla famiglia reale che lo salvò dallo scioglimento con un importante contributo economico a fine Ottocento. Le saremo per sempre grati. Il nome dei Savoia è in ogni angolo del circolo e nel 1997 il corpo sociale ha spinto fortemente per tornare all’appellativo 'Realè, che era stato eliminato dopo il referendum del 1946. Anche la nostra bandiera è blu Savoia», ha affermato Fabrizio Cattaneo della Volta, presidente Circolo.

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