
Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e quello di Perugia Raffaele Cantone hanno chiesto di essere sentiti dal Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura, dal presidente della Commissione parlamentare antimafia e da quello del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica sulle vicende relative al cosiddetto dossieraggio. E’ quanto apprende l’Ansa..
E si terrà domani l’ufficio di presidenza della commissione Antimafia per valutare la richiesta di audizione del procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e quello di Perugia Raffaele Cantone nell’ambito dell’inchiesta di Perugia su circa 800 accessi abusivi alla banca dati relativa alle Segnalazioni di operazioni sospette. Lo si apprende da fonti parlamentari.
Ma dove sono finite la gran parte delle informazioni che il tenente della guardia di finanza Pasquale Striano ha estratto dalle banche dati della procura nazionale antimafia presso la quale operava come comandante del gruppo segnalazioni operazioni sospette? Sono state fornite ad altri ed eventualmente per quali scopi? Sono le domande alle quali sta cercando di rispondere l’inchiesta coordinata dalla procura di Perugia. Centinaia di accessi abusivi al sistema informatico, così vengono configurati nel capo d’accusa sui quali gli inquirenti coordinati dal procuratore Raffaele Cantone stanno cercando di fare chiarezza. Una quindicina di indagati compaiono finora nel fascicolo aperto inizialmente a Roma in seguito a una denuncia del ministro della Difesa Guido Crosetto e poi trasferito per competenza a Perugia. L’indagine coinvolge infatti anche Antonio Laudati, allora sostituto alla procura nazionale antimafia e coordinatore del gruppo segnalazioni operazioni sospette, (Sos).
Oltre a tre giornalisti. Gli inquirenti ritengono che gran parte dei presunti accessi abusivi di Striano abbiano portato ad acquisire informazioni. Queste sarebbero state in gran parte utilizzate per attività giornalistica e quindi pubblicate. Il tenente della finanza avrebbe poi impiegato una piccola parte delle informazioni per scopi personali, anche con un investigatore, e, in concorso con Laudati, per formare quelli che tecnicamente sono definite richieste di apertura di dossier pre-investigativi. Resta però il mistero su quello che è considerato il grosso delle informazioni riservate acquisite dalle banche dati. Per questo la procura di Perugia sta indagando per chiarire se siano state fornite ad altre persone ed eventualmente a chi. I magistrati hanno finora escluso che Striano abbia ricevuto denaro per la sua presunta attività illecita e che siano stati forniti veri e propri dossier su esponenti politici e del mondo economico. Ma che fine abbiano fatto la gran parte delle informazioni deve essere chiarito dalle indagini.
Il tenente della guardia di finanza ha sempre sostenuto la correttezza del suo comportamento e di non sapere nulla di dossier. Quando negli ultimi giorni è stato convocato dai pm di Perugia si è tuttavia avvalso della facoltà di non rispondere. In base a quanto gli viene contestato l’ufficiale si è introdotto abusivamente non solo nella banca dati con le segnalazioni delle operazioni finanziarie sospette ma anche in quella Sdi delle forze dell’ordine per cercare precedenti di polizia. E anche in altre con nomi quali Serpico, Scirocco e Siva. Striano è però accusato di essersi introdotto indebitamente nella banca dati Infocamere delle Camere di commercio per una visura storica.
Ancora nessun commento