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I funerali senza odio di Sara Buratin, la 41enne trucidata dall'ex con 50 coltellate

Tanta commozione, e nessuna parola d’odio oggi ai funerali di Sara Buratin, la 41 enne di Bovolenta, Padova, ammazzata con 50 coltellate dall’ex compagno, Alberto Pittarello, poi suicidatosi nel fiume. Centinaia di persone, gran parte del paese, si sono strette attorno ai familiari della donna, in particolare alla figlia 15enne della coppia, che il 27 febbraio è rimasta orfana dei genitori. La semplice bara, coperta da fiori rossi e bianchi, è stata accarezzata dai tanti che hanno voluto dare l’ultimo saluto alla giovane donna, unanimemente descritta come «solare, piena di energia e gioia». All’ingresso della chiesa la foto di lei, sorridente e felice. Sara e Alberto si stavano separando. Da un paio di settimane la 41enne era tornata a vivere, assieme alla figlia, nella casa della mamma, Mariagrazia, poco distante dall’abitazione che aveva condiviso per molti anni con il compagno. Un micro-cosmo Bovolenta, dove tutti si conoscono, e sanno le storie e le sofferenze di tutti. C'era chi aveva percepito che la loro storia stava finendo, ma nessuno immaginava un epilogo così feroce.

Dopo aver trucidato la compagna con un coltello da lavoro, infierendo per una cinquantina di volte sul corpo secondo il responso dell’autopsia, l’uomo si era dato alla fuga, a bordo del suo furgone. Poche ore dopo, le celle telefoniche avevano agganciato il segnale del cellulare di Alberto sull'argine del Bacchiglione, ad una distanza di 3 chilometri dalla scena del massacro. L’uomo si era buttato con il suo mezzo nelle acque del fiume, in piena in quei giorni. Il maltempo aveva costretto i sommozzatori dei vigili del fuoco a ritardare i tentativi di recupero; il corpo è stato infine ripescato nel pomeriggio di giovedì 29 febbraio. Una tragedia abbattutasi su entrambe le famiglie, quella di Sara e quella di lui. Ma il sentimento della compassione ha prevalso: le famiglie di Sara e di Alberto si sono trovate assieme nel dolore. Ieri sera, alla veglia per Sara, in chiesa, vicini, c'erano i parenti di entrambi. Bovolenta ha osservato il lutto cittadino. Nella parrocchia sono arrivati i colleghi di lavoro di Sara, gli amici del mondo dello sport, la sua passione, e persone che non conoscevano la coppia ma hanno voluto esprimere la loro solidarietà alla vittima di questo ennesimo femminicidio. Nell’omelia, don Lodovico Casaro ha invitato i presenti a pregare per entrambe le vittime, e soprattutto per la loro giovane figlia, che dovrà affrontare la prova più dura.

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