Il complesso percorso della malattia di bambini e ragazzi viene narrato con sobrietà, rispetto e senso di attenta partecipazione ai fatti in “Dottori in corsia - Ospedale Pediatrico Bambino Gesù”, che torna l’11 marzo alle 23.15 su Rai3, con una nuova puntata della sesta stagione. Ideata da Simona Ercolani e Coralla Ciccolini, la docuserie affronta ogni settimana le storie di due giovani pazienti, muovendosi sia tra le corsie del Bambino Gesù di Roma, eccellenza a livello europeo, che nella quotidianità delle famiglie, per indagare l’impatto della malattia nella vita di tutti i giorni, accanto ai possibili “miracoli” della medicina odierna. Una narrazione che alterna riprese in ospedale ad interviste, per una trasmissione pioneristica, che dal suo debutto nel 2018 ha colmato il vuoto nel racconto verità della malattia in tv. “Quando abbiamo cominciato si parlava di questo argomento esclusivamente in serie di finzione, e non in veri e propri documentari – ricorda Simona Ercolani - Con la redazione abbiamo quindi pensato di mostrare il lavoro d’eccellenza del Bambino Gesù, ove siamo riusciti ad integrarci con personale e famiglie. Ogni volta è un’esperienza meravigliosa che si ripete”. Positivo quindi il bilancio delle sei stagioni. “Abbiamo potuto raccontare tante storie che, più della malattia e della cura, mettono in luce la relazione tra genitori e figli. Attraverso l’esperienza dolorosa emergono tanti aspetti di questo rapporto; ad esempio, quanto ci amino i nostri figli, perché molto spesso i bambini malati si preoccupano più della sofferenza dei genitori che della loro”. Un concetto ribadito anche dalla giornalista e conduttrice Eleonora Daniele, che in ogni puntata accompagna staff medico e protagonisti nel racconto, riportando sempre al centro i bambini e i ragazzi, con le loro aspirazioni per il futuro e le loro passioni. “Confrontarmi direttamente con i protagonisti durante le registrazioni mi offre più tempo per godermi le loro vicende, rispetto alla diretta di “Storie Italiane” – sottolinea - Le emozioni sono fortissime e da madre mi immedesimo tanto nelle mamme coraggiose di questi giovani pazienti. Quando ti trovi di fronte a storie del genere la forza di ragazzi e genitori diventa anche la tua”.