Con lo stipendio di marzo oltre un milione e 200 mila lavoratori della scuola - tra docenti, amministrativi e collaboratori scolastici - riceveranno l’ultima tranche di aumenti e adeguamenti relativa al rinnovo del Contratto collettivo nazionale 2019/21 sottoscritto lo scorso 18 gennaio. La somma lorda è di 63.84 euro (per i docenti di qualsiasi grado) e di 44,11 euro (per il personale Ata).
«Al netto, in media i docenti - spiega Marcello Pacifico del sindacato Anief - andranno a prendere 350 euro lordi in più, il personale Ata 200 euro, 150 euro i collaboratori scolastici, circa 1.100 euro i Dsga. Sono piccoli passi avanti, che però non ci soddisfano: lo Stato, infatti, deve pagare mensilmente un assegno pari al 50% dell’inflazione programmata per il mancato rinnovo del contratto successivo.
In media, si tratta di una cifra importante: 2.000 euro, al netto di quanto ricevuto a dicembre con assegno relativo ad anticipo rinnovo contrattuale 2022-2024, e riguardano l’indennità di vacanza contrattuale assegnata solo in piccola parte. Però, invece di farlo - spendendo per questo i 5 miliardi stanziati per gli aumenti - tiene i soldi in cassa in attesa del rinnovo contrattuale. Fino a quando questo non avverrà, in attesa del rinnovo del contratto di categoria, noi continueremo a proporre e portare avanti appositi ricorsi, per personale di ruolo e precari, finalizzati al recupero della piena indennità di vacanza contrattuale: in pratica, portiamo avanti delle azioni giudiziarie per il recupero del doppio dell’assegno ricevuto a dicembre 2023, esattamente come dice la legge in vigore».
Con lo stipendio di marzo oltre un milione e 200 mila lavoratori della scuola - tra docenti, amministrativi e collaboratori scolastici - riceveranno l’ultima tranche di aumenti e adeguamenti relativa al rinnovo del Contratto collettivo nazionale 2019/21 sottoscritto lo scorso 18 gennaio. La somma lorda è di 63.84 euro (per i docenti di qualsiasi grado) e di 44,11 euro (per il personale Ata). «Al netto, in media i docenti - spiega Marcello Pacifico del sindacato Anief - andranno a prendere 350 euro lordi in più, il personale Ata 200 euro, 150 euro i collaboratori scolastici, circa 1.100 euro i Dsga. Sono piccoli passi avanti, che però non ci soddisfano: lo Stato, infatti, deve pagare mensilmente un assegno pari al 50% dell’inflazione programmata per il mancato rinnovo del contratto successivo.
In media, si tratta di una cifra importante: 2.000 euro, al netto di quanto ricevuto a dicembre con assegno relativo ad anticipo rinnovo contrattuale 2022-2024, e riguardano l’indennità di vacanza contrattuale assegnata solo in piccola parte. Però, invece di farlo - spendendo per questo i 5 miliardi stanziati per gli aumenti - tiene i soldi in cassa in attesa del rinnovo contrattuale. Fino a quando questo non avverrà, in attesa del rinnovo del contratto di categoria, noi continueremo a proporre e portare avanti appositi ricorsi, per personale di ruolo e precari, finalizzati al recupero della piena indennità di vacanza contrattuale: in pratica, portiamo avanti delle azioni giudiziarie per il recupero del doppio dell’assegno ricevuto a dicembre 2023, esattamente come dice la legge in vigore».
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