Strage di Suviana, inchiesta per disastro e omicidio colposo. La Uil: già nel 2022 segnalati problemi alla sicurezza
Disastro colposo e omicidio colposo. Sono questi i reati ipotizzati nel fascicolo aperto dalla Procura di Bologna sull'incidente nella centrale idroelettrica di Bargi, sul lago di Suviana, nell’Appenino tosco-emiliano. Del caso si stanno occupando il Procuratore capo Giuseppe Amato e il pm Flavio Lazzarini.
Bombardieri: "Già segnalati problemi alla sicurezza a Suviana"
«Già nel 2022 la nostra organizzazione aveva segnalato attraverso i propri rappresentanti alcune problematiche relative alla sicurezza per quell'impianto. La Uil ha il compito di tutelare i propri delegati, i propri rappresentanti per la sicurezza e i propri iscritti e, se fosse necessario, si attiverà per fornire alla magistratura tutte le informazioni e la documentazione del caso». Così il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, a proposito dell’incidente nella centrale idroelettrica di Suviana, nel bolognese.
Poche speranze per i 4 dispersi
Proseguono senza sosta le ricerche delle quattro persone disperse nell’esplosione avvenuta martedì pomeriggio nella centrale idroelettrica di Suviana, a Bargi, frazione di Camugnano, nell’Appenino bolognese. Tre le vittime accertate e cinque i feriti, tutti gravi, uno in pericolo di vita. Prematuro fare ipotesi sulle possibili cause dello scoppio, che sarebbe avvenuto in un generatore collegato a una turbina, secondo Enel Green Power, proprietaria dell’impianto. Unanime il cordoglio della politica e forte la rabbia dei sindacati, che hanno proclamato per domani una giornata di sciopero generale di 8 ore in tutta l’Emilia Romagna. Il sindaco di Camugnano, Marco Masinara, ha dichiarato il lutto cittadino. Ritrovare vivo qualcuno dei dispersi appare sempre meno probabile, a causa dell’allagamento del nono e del decimo piano della struttura, che ha richiesto l’intervento di sommozzatori e droni acquatici illuminanti "Pluto". «La pressione dell’acqua è una situazione delicata da monitorare», ha detto ai cronisti il comandante provinciale dei carabinieri di Bologna, generale Ettore Bramato. «La speranza è d’obbligo soprattutto per chi sta facendo le ricerche; noi abbiamo come intenzione quella di trovare persone in vita, ma oggettivamente è uno scenario che non ci rende ottimisti», ha dichiarato Luca Cari, portavoce dei vigili del fuoco, in collegamento con Rete 4, «i locali sono stati interessati prima da uno scoppio, poi da un incendio, un crollo e un allagamento quindi la situazione è veramente drammatica» e per quanto riguarda le possibilità di trovare dei sopravvissuti «siamo nel campo dei miracoli». «I sommozzatori in acqua non riescono a vedere oltre, toccano con le mani», ha aggiunto, «chiarite le cause dell’ingresso dell’acqua cercheremo di riprendere a pieno ritmo». «I nostri tempi sono proiettati sul ritrovamento dei quattro dispersi e, malgrado 100 vigili del fuoco al lavoro e tutto l’impegno, sono tempi lunghi anche quelli di ricerca: non ci attendiamo in giornata di avere risultati», ha spiegato ancora Cari, «se riusciamo nella notte a riprendere a pieno ritmo, speriamo di trovare condizioni più favorevoli per fare il nostro lavoro». Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, si è recata nel pomeriggio sul luogo dell’incidente, come pure la segretaria del Pd, Elly Schlein. A precederle di alcune ore il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che ha chiesto di fare immediatamente chiarezza sulle dinamiche della tragedia. «Presto vogliamo sapere cosa sia successo, perchè sono cose intollerabili, faccio mie le parole del presidente Mattarella, che mi ha chiamato ieri ed è ancora una volta così vicino a questa comunità spesso ferita in questi anni, ha detto 'bisogna fare piena lucè e piena luce significa appurare tutta la verità», ha detto Bonaccini, «non voglio puntare il dito contro nessuno, saranno i magistrati, coloro che faranno le indagini, a doverci dire cosa è successo ma certamente non ci si può abituare a vedere così tanti morti sui luoghi di lavoro». Per l’ad di Enel Green Power, Salvatore Bernabei, che sta seguendo le ricerche dei dispersi, «non è opportuno parlare di cause, è una situazione complessa». «La cosa più importante è aiutare le famiglie e dare una mano ai vigili del fuoco per recuperare i superstiti. Stiamo collaborando con le autorità», ha aggiunto il manager, e ha spiegato: «I lavori in corso erano di aggiornamento tecnologico e stavamo realizzando prove di collaudo sul secondo gruppo. Sul primo erano state già realizzate nelle settimane scorse e si erano concluse». «I lavori erano iniziati a settembre 2022 secondo un’attività programmata che stava terminando in questi giorni con contractor tra le società più prestigiose del mondo», ha proseguito Bernabei, che ha citato tra gli altri il nome di Siemens. «I contractor possono a loro volta rivolgersi ad altri specialisti, perchè qui i lavori possono essere fatti solo da specialisti», ha sottolineato. Mobilitati i sindacati, con Cgil e Uil che hanno proclamato per domani uno sciopero di otto ore in tutti i settori nell’Emilia Romagna e hanno convocato una manifestazione a Bologna, in piazza XX settembre. La Cisl Area metropolitana bolognese, da parte sua, ha organizzato un presidio davanti alla sede felsinea di Enel dalle 11.45, in concomitanza con lo sciopero nazionale di quattro ore indetto dalla categoria degli elettrici, Flaei, esteso a tutte le categorie dei lavoratori del privato. Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, a Rtl 102.5, ha detto: «Un anno fa, la nostra organizzazione sindacale denunciò il fatto che non si intervenisse sulla sicurezza, ci sono documenti presentati sui quali si diceva che la sicurezza non era al massimo. Dopo un anno è purtroppo arrivata la tragedia». Sono particolarmente preoccupanti le condizioni di uno dei cinque tecnici rimasti gravemente feriti nell’esplosione. L’uomo - ricoverato, in prognosi riservata, nel reparto Rianimazione del centro ustioni di Pisa - sarebbe in pericolo di vita. Uno dei due feriti che erano stati ricoverati nel reparto grandi ustionati dell’ospedale Bufalini di Cesena, un venticinquenne, è stato dimesso con una prognosi di 30 giorni. L’altro, il più grave, di 42 anni, è sedato e in terapia intensiva con ustioni su quasi il 20% del corpo e problemi all’apparato respiratorio da inalazione di calore. In rianimazione all’ospedale di Parma c'è un altro lavoratore ferito, di 54 anni, in condizioni stazionarie ma critiche per ustioni gravi sul 40%-50% del corpo. Sempre in prognosi riservata un trentacinquenne ricoverato in Rianimazione all’ospedale Sant'Orsola di Bologna.