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Patteggia per droga erede della dinastia dell'aceto Ponti

In macchina con lui tre pregiudicati per droga e furti e aveva con sé 17 grammi di Md e 9 di cocaina. Nella sua casa, in un cassetto, sono stati trovati ecstasy, ketamina, hashish, un bilancino di precisione, un coltello e carta stagnola.

Ha patteggiato 2 anni e 6 mesi ed è tornato libero, col solo divieto di dimora in provincia di Milano, Antonio Ponti, dj, fondatore di un locale sui Navigli e soprattutto uno degli eredi della famiglia che produce aceto dalla fine del '700 a Ghemme (Novara), che era stato arrestato il 23 aprile dello scorso anno per detenzione di droga ai fini di spaccio.

Lo ha deciso oggi il gup di Milano Ileana Ramundo, accogliendo la richiesta della difesa con l’ok della Procura. Tra l’altro, le imputazioni contestate a Ponti sono state alleggerite e riqualificate in parte sulla base della norma relativa alle cosiddette droghe leggere, in parte sulla base di quella che riguarda la lieve quantità. Ponti, prima di tornare libero con la decisione di oggi, era ai domiciliari in una comunità di recupero. L’uomo, che non ha mai avuto alcun ruolo nella società di famiglia, era stato fermato in via Leoncavallo, nella zona Nord di Milano, da una volante del commissariato Lambrate, mentre viaggiava sulla sua Dodge Challenger con targa lituana e finestrini oscurati. In macchina con lui c'erano tre pregiudicati per droga e furti e aveva con sé 17 grammi di Md e 9 di cocaina. Per questo è stata fatta una perquisizione anche nella sua casa dove, in un cassetto, sono stati trovati ecstasy, ketamina, hashish, un bilancino di precisione, un coltello e carta stagnola. Antonio Ponti, assistito dall’avvocato Salvatore Pino, ha sempre ribadito di non aver mai spacciato sia nell’interrogatorio di convalida dell’arresto che davanti al Riesame.

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