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Fame nel mondo, situazione catastrofica a Gaza: 600mila in gravi condizioni e un terzo di bambini malnutriti

È sempre più grave la situazione di fame nel mondo, ma è allarme rosso a Gaza dove oggi è stato raggiunto il livello di catastrofe alimentare per 600mila persone, con quasi un terzo dei bambini in stato di malnutrizione acuta. È quanto emerge nel Rapporto globale sulle Crisi Alimentari 2024 del Food Security Information Network e pubblicato dalla Rete Globale contro le Crisi Alimentari (Gnafc). Si prevede che entro luglio 2024 metà della popolazione nella Striscia di Gaza, circa 1,1 milioni di persone, soffrirà di livelli di Catastrofe (Fase 5 Ipc) di grave insicurezza alimentare, raggiungendo il 70% nelle zone settentrionali. Già a marzo, come riporta il dossier, si prospettava una carestia imminente nei governatorati di Gaza e Gaza Nord in Palestina.
«La situazione a Gaza è senza precedenti. Gli aiuti devono avere la priorità prima che muoiano altre persone», dice Natalia Anguera Ruiz, responsabile delle operazioni di Azione contro la Fame per il Medio Oriente. L’81% delle famiglie non ha accesso ad acqua sicura e pulita. Gli attuali livelli di assistenza umanitaria non sono sufficienti. Azione contro la fame ha riferito che alcune persone «mangiano cibo destinato agli animali come fieno e paglia».
Una situazione gravissima destinata a peggiorare: sommando le 79mila persone affamate del Sud Sudan, tra due mesi secondo il Rapporto, saranno quasi in 1,3 milioni coloro che si troveranno in una catastrofe alimentare.
Intensificarsi dei conflitti, impatto degli shock economici ed effetti di eventi meteorologici estremi continuano quindi a determinare un’insicurezza alimentare acuta. Fattori che stanno esacerbando la fragilità dei sistemi di sostentamento, l'emarginazione rurale, la cattiva governance e la disuguaglianza, portando a un massiccio spostamento di popolazioni a livello globale.
Il risultato è che quasi 282 milioni di persone vivono in uno stato di insicurezza alimentare «acuta grave» in 59 Paesi, 24 milioni in più rispetto al 2022, quasi il 22% della popolazione analizzata dal rapporto, superando i livelli pre-Covid, con 1 persona su 5 che ha bisogno di un’azione critica urgente. Numeri in crescita per il quinto anno consecutivo, che pongono sempre più lontano l’obiettivo fame zero entro il 2030. I bambini e le donne sono in prima linea in queste crisi, con oltre 36 milioni di piccoli sotto i 5 anni di età che soffrono di malnutrizione acuta in 32 Paesi.
«Questa crisi - afferma António Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite - richiede una risposta urgente. L’utilizzo dei dati contenuti in questo rapporto per trasformare i sistemi alimentari e affrontare le cause alla base dell’insicurezza alimentare e della malnutrizione sarà vitale». Le crisi alimentari, come dimostra il Rapporto, sottolinea il direttore generale della Fao, QU Dongyu, stanno diventando sempre più prolungate, con il rischio che «i progressi ottenuti con tanta fatica vengano invertiti man mano che l’insicurezza alimentare e la malnutrizione diventano una 'nuova normalità' all’indomani della pandemia». E i dati, secondo QU Dongu «dovrebbero servire da campanello d’allarme a non trascurare la fornitura di aiuti agricoli in situazioni di emergenza», spesso troppo pochi.
Nel 2023, emerge inoltre dal Rapporto, i conflitti sono stati la causa principale in 20 Paesi/territori, con 135 milioni di persone che affrontano livelli alti di grave insicurezza alimentare; situazione peggiorata in 12 di essi, diventando fame acuta per 13,5 milioni di persone in più, di queste due terzi si trovavano in Sudan. Gli shock economici hanno, invece, avuto impatti su 21 Paesi con oltre 75 milioni di persone; nonostante il calo dei prezzi internazionali dei prodotti alimentari, l'inflazione persistente nei Paesi colpiti da crisi alimentari ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie più povere. Gli eventi meteorologici estremi sono stati, infine, la causa principale in 18 Paesi, con oltre 77 milioni di persone colpite, in aumento rispetto ai 12 Paesi e 57 milioni di persone del 2022.

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