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"Molestie a una studentessa minorenne", prof ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata

Una studentessa minorenne di una scuola superiore di Ravenna sarebbe stata molestata sessualmente da un insegnante dello stesso istituto. Il professore, ultracinquantenne, è stato arrestato dalla polizia e si trova ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale aggravata.

L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip Andrea Galanti su richiesta del Pm Stefano Stargiotti, motivata dal rischio di reiterazione del reato ed eseguita nei giorni scorsi.

La vicenda, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, si è sviluppata alla fine del 2023 quando il docente avrebbe iniziato a rivolgere alla giovane complimenti, battute, messaggi e qualche regalo: in particolare gioielli di bigiotteria.

In altre occasioni ci sarebbero inoltre state molestie sessuali: almeno tre gli episodi contestati. La studentessa alla fine non ce l'ha più fatta a sopportare i comportamenti e ha deciso di confidarsi con la madre, per spiegarle come mai non volesse più andare a scuola.

A quel punto la sezione specializzata della squadra Mobile ha avviato le indagini e ha raccolto gli elementi alla base della misura restrittiva.

Nell’interrogatorio di garanzia l’indagato ha fatto spontanee dichiarazioni e ha ricondotto l’accaduto a fraintendimenti, dicendo in sostanza che il suo comportamento sarebbe stato equivocato, chiedendo una misura meno afflittiva. Il giudice si è riservato sull'istanza.

L'istituto scolastico, ignaro di tutto fino alla notifica dei domiciliari, ha offerto la propria collaborazione agli inquirenti per fare luce su ogni aspetto. E’ stato anche sequestrato dagli investigatori il cellulare del docente per capire se possa contenere altro materiale di valenza probatoria, così da rafforzare il quadro accusatorio.

A Rimini, invece, un 47enne siciliano residente in provincia è stato assolto al termine di un processo per violenza sessuale sulla figliastra di 15 anni. Per i giudici, presidente del collegio Fiorella Casadei, «il fatto non sussiste».

Era accusato di aver abusato della minore quando dormivano tutti insieme, papà, mamma, figlia adolescente e figlia piccola nello stesso letto. Solo un episodio sarebbe invece avvenuto quando la mamma era fuori casa, come ha riferito la stessa vittima. Una ricostruzione dei fatti in base alla quale, al termine della requisitoria, la pubblica accusa aveva chiesto una condanna a sette anni e dieci mesi di reclusione.

Il tribunale invece ha assolto il patrigno, difeso dall’avvocato Giovanna Ollà. La vicenda prese il via nel 2014 e, secondo il racconto della ragazzina, ascoltata in incidente probatorio dal gip di Rimini nel 2020, durò almeno fino a tutto il 2018, anno in cui fu la madre dell’adolescente a presentare una denuncia alla polizia giudiziaria. La ragazza oggi maggiorenne si era costituita parte civile contro il patrigno ed è stata rappresentata nel procedimento dall’avvocato Giuseppe Cancelliere.

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