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Sciopero dei giornalisti Rai, Mattarella: "Il pluralismo è irrinunciabile"

«Anche l’informazione è attraversata da cambiamenti epocali. La velocità delle trasformazioni rischia di incidere su pilastri della nostra stessa democrazia. Il pluralismo resta una condizione di libertà irrinunciabile ed essere riusciti ad arricchire il campo delle fonti, l’analisi dei fatti, il confronto tra i punti di vista è un valore che si riverbera sull'intera società».

Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione dei festeggiamenti organizzati per i 35 anni di MF-Milano Finanza. Un intervento che coincide con il 25 aprile, mentre nelle piazze d’Italia rimbalza il monologo di Antonio Scurati censurato dalla Rai, e anche nel giorno in cui l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, proclama uno sciopero per il 6 maggio, sulla scia delle tante polemiche che in questo periodo hanno travolto il servizio pubblico.

«L'incontro di raffreddamento con l'azienda si è risolto con un nulla di fatto, motivo per cui confermiamo il nostro stato d’agitazione. Sentita la commissione garanzia, è stato proclamato uno sciopero di 24 ore, con astensione dal lavoro dalle 5.30 di lunedì 6 maggio alle 5.30 di martedì 7», spiega l’Esecutivo Usigrai in una nota annunciando che protesta anche «per il controllo asfissiante sul lavoro giornalistico, con il tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo, l’assenza dal piano industriale di un progetto per l'informazione della Rai, le carenze di organico in tutte le redazioni».

Il segretario Usigrai, dal corteo di Milano per il 25 aprile, spiega: «Siamo qui per dire che la Rai deve trovare la forza di liberarsi dal controllo dei partiti che è asfissiante». E aggiunge: «Non c'è nessun segnale di cambio di direzione. Non abbiamo sentito voci da parte dell’azienda in difesa del prodotto e dell’informazione».

Dallo sciopero si dissocia però il sindacato Unirai: «Di asfissiante c'è chi non si rassegna al pluralismo in Rai e insieme a qualche partito soffre la fine del monopolio» e conferma di non aderire allo sciopero che definisce «politico». Chiama all’unità dall’interno il consigliere d’amministrazione Rai che rappresenta i dipendenti, Davide Di Pietro che augura Buon 25 aprile a tutte le lavoratrici e i lavoratori della Rai, in particolare a tutti quelli che ''resistono» alle mille difficoltà dell’azienda: da gli sprechi e la mancata valorizzazione del proprio lavoro, perché credono ancora nella missione di servizio pubblico, perché vogliono tornare a poter dire io lavoro in Rai senza timori, perché sperano in una Rai libera dai partiti. Ma l’onda lunga delle polemiche continua.

Quanto al fronte Report, il premier albanese Edi Rama si è detto disposto a un faccia a faccia su Rai 3 con Sigfrido Ranucci, conduttore del programma, la cui inchiesta sull'accordo tra Tirana e Roma sui centri di accoglienza di migranti ha suscitato forti polemiche in Albania. Mentre Antonio Scurati oggi ha letto il monologo censurato sul palco di Piazza Duomo, accolto da un lungo applauso, alla manifestazione di Milano per la festa della Liberazione e sarà ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa domenica. «Uno dei fatti eclatanti del 25 aprile di quest’anno è la censura a cui è stato sottoposto in Rai il nostro concittadino Antonio Scurati. È importante che oggi ci sia», ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, dallo stesso palco. «Hanno amplificato lo sfascio di un servizio pubblico cruciale nella vita del paese e piegato dalla prepotenza delle diramazioni periferiche dell’attuale potere», ha aggiunto. Il monologo di Scurati oggi è rimbalzato nelle piazze di tutta Italia, da Firenze a Napoli, da Marzabotto a Cassino, da Catanzaro a Chieti divenendo un po' il simbolo di questo 25 aprile.

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