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Stretto di Messina, i satelliti Copernicus confermano il movimento della faglia che scatenò il terremoto del 1908

Dati che sono ritenuti di importanza cruciale per la corretta progettazione di eventuali strutture tra le due sponde

Confermati dai satelliti del programma europeo Copernicus i dati sulla deformazione della faglia che ha scatenato il terremoto di Messina del 1908 e che sono di importanza cruciale per la corretta progettazione di eventuali strutture nello stretto di Messina, come il ponte. «La faglia conferma in pieno con i dati sulla deformazione», osserva Giovanni Barreca, del dipartimento di Scienze geologiche e Ambientali dell’Università di Catania e autore della ricerca che nel 2021 aveva presentato i primi calcoli sulla deformazione della faglia sulla rivista Earth-Science Reviews.
I nuovi dati dovrebbero «rivestire notevole importanza in relazione alla progettazione di future infrastrutture nell’area in quanto - osserva Barreca - l’ubicazione in mappa, i tassi di attività tettonica e le dimensioni della faglia rappresentano gli elementi fondamentali per la stima delle azioni sismiche di progetto, come ad esempio l’accelerazione orizzontale attesa al sito in condizioni dinamiche». In sostanza, i dati relativi al movimento della faglia, alle sue dimensioni e alla sua accelerazione, sono indispensabili per la progettazione delle strutture.
I dati del programma Copernicus, gestiti da Agenzia Spaziale Europea e Commissione Europea, confermano che la faglia si trova nell’entroterra della Calabria della faglia tettonica, chiamata W-Fault, e ne hanno registrato i movimenti orizzontali e verticali del suolo grazie ai radar ad apertura sintetica.
Emerge in particolare che l’area della Calabria compresa tra Cannitello, Villa S. Giovanni e Campo Calabro si sta sollevando, mentre quella a Sud del torrente Catona (Gallico, Catona) si sta abbassando al ritmo di oltre 1,5 millimetri l’anno.

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