
Utilizzano droni e sommergibili radiocomandati per trafficare in droga e armi, assoldano i migliori hacker del mondo, agiscono con disinvoltura sul web - dove hanno oramai spostato molte delle loro attività - creano banche online per riciclare denaro, cominciano a usare l'intelligenza artificiale. Sono le nuove mafie, sempre più abili a cavalcare l’onda dell’innovazione tecnologica e informatica per ampliare il loro raggio di azione e aumentare i profitti. E’ il quadro che emerge dal rapporto "Le mafie nel cyberspace", realizzato dalla fondazione Magna Grecia ed in corso di presentazione oggi alla Camera.
Lo studio rileva che le mafie operano digitalmente in modo strutturato, strategico e coordinato, tanto che esistono delle correlazioni tra riciclaggio di denaro, criminalità informatica, cripto-asset e corruzione. Del resto il dark web rappresenta un luogo ideale per le mafie: è discreto, relativamente sicuro e permette di mantenere l'anonimato grazie alle tecnologie disponibili di pseudonimia e crittografia. Sull'internet sommerso ci sono grandi piazze virtuali dove è possibile comprare e vendere di tutto. Allo stesso tempo, si può riciclare denaro o si possono commettere frodi finanziarie ed estorsioni online, sapendo di poter eludere le frontiere tradizionali e sfuggire alle indagini. Al tradizionale pizzo, dunque, le organizzazioni criminali affiancano le estorsioni online, puntano sul metaverso e sul dark web. Se prima andavano alla ricerca di avvocati, commercialisti, broker, notai, agenti immobiliari, oggi cercano ovunque ingegneri informatici, hacker e drug designer.
Gratteri: "L'Italia nel contrasto alla criminalità organizzata ha perso molto know how"
Sul piano del contrasto alla criminalità organizzata e alle sue nuove forme, abbiamo perso molto know how: fino a sei o sette anni fa, le nostre forze dell’ordine erano le migliori, davano le carte in tutti i più importanti tavoli internazionali, oggi non è più così. E questo perchè chi ha programmato il Paese negli ultimi dieci, quindici anni non ha avuto capacità di visione». Lo ha affermato Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Napoli, intervenendo nella sala stampa di Montecitorio alla presentazione del rapporto «Cyber organized crime - Le mafie nel cyberspace» curato dalla Fondazione Magna Grecia.
«Il blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione, risalente al 2010 - ha spiegato Gratteri - ha colpito anche Polizia di stato, Carabinieri, Guardia di finanza e Polizia penitenziaria che a tutt'oggi hanno in organico migliaia di uomini in meno: ma se anche avessimo la bacchetta magica e i soldi per fare nuovi concorsi, a mancare sarebbero figure come quelle, ad esempio, degli ingegneri informatici che certo non possono accontentarsi di 1.600 euro di stipendio visto che giustamente guadagnano molto di più nel privato». E il ritardo, purtroppo, «è anche tecnologico: olandesi, francesi e tedeschi hanno già 'bucatò piattaforme, noi neanche una, e capita che un Paese Ue non ci faccia partecipare ad una azione investigativa perchè non garantiamo un adeguato supporto tecnologico: questo per me - ha concluso Gratteri - è umiliante, tutto il resto sono chiacchiere».
Colosimo: "Sempre piu' cyber, nuovi strumenti di contrasto"
Abbiamo il dovere di dire fuori ma anche, se non soprattutto, dentro queste aule che oggi esiste una nuova criminalità organizzata, che ha cambiato completamente modello. E’ una consapevolezza, questa, che manca anche alla politica e che invece deve diventare il nostro pane quotidiano». Lo ha sottolineato Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare antimafia, intervenendo nella sala stampa di Montecitorio alla presentazione del rapporto «Cyber organized crime - Le mafie nel cyberspace» curato dalla Fondazione Magna Grecia.
«Dimentichiamo coppola e lupara - ha proseguito Colosimo - Chiunque abbia in mano un telefonino, non necessariamente un criptofonino, sa benissimo che esistono piazze di spaccio virtuali, che su canali di messaggistica si vede e si compra la merce pagandola in bitcoin o con metodi diversi su altre piattaforme. Ecco perchè vanno messe in campo rapidamente politiche e legislazioni capaci di dare agli inquirenti gli strumenti per contrastare questa nuova realtà criminale».
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