Domenica 06 Ottobre 2024

La morte di Alex Marangon, il pm: "Morto per cause violente e non accidentali"

Alex Marangon, il 25enne di Marcon (Venezia), scomparso il 30 giugno e ritrovato privo di vita due giorni dopo su un isolotto a Ciano del Montello (Treviso), in una foto tratta dal suo profilo Facebook. L'ombra del rito sciamanico, con l'assunzione di un decotto psichedelico a base di ayahuasca e fatto con diverse piante amazzoniche, aleggia sulla morte del 25enne.

La morte di Alex Marangon, il 25enne di Marcon, in provincia di Venezia il cui corpo è stato ritrovato il 3 luglio scorso sul greto del Piave, quattro chilometri dal punto in cui era stato visto vivo l’ultima volta, è dovuta a «cause violente e non accidentali». Lo ha confermato la procura di Treviso in seguito all’esito dell’autopsia condotta sul corpo del giovane. Il reato per il quale si procede, a questo punto ancora contro ignoti, è quello di omicidio volontario. Secondo l’anatomopatologo che ha condotto l’esame, il ragazzo sarebbe morto per una emorragia interna dovuta ad un trauma al torace e non, come ipotizzato in un primo momento, per la caduta sul letto torrentizio del fiume da un’altezza di alcuni metri. Il fatto è accaduto sabato scorso, 29 giugno, all’esterno di una abbazia sconsacrata a Vidor (Treviso), in cui si erano riunti alcuni aderenti ad un gruppo interessato a riti sciamanici. L’autopsia su Alex Marangon "restituisce un quadro inquietante, quello di una aggressione potente, sfuggente, nel corso di una colluttazione che male si concilia con il caso». Lo afferma all’ANSA l’avvocato Nicodemo Gentile, che assiste la famiglia Marangon. «Non c'è ragione -ribadisce il legale - e motivi per credere al suicidio o cose diverse». Tutto questo sulla base dell’autopsia di ieri «che ha evidenziato una botta sulla parte sinistra della testa, addebitando l’accaduto a più di una persona». L’appello dei familiari al gruppo di una ventina di persone che ha partecipato al rito all’abbazia sconsacrata di Vidor, «con spirito di pietà, è di parlare: più persone sanno quello che è successo»

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