Giovedì 26 Dicembre 2024

L'aggressione al giornalista Andrea Joly: "Ne ha prese poche", delirio sui social. CasaPound: lo invitiamo a un dibattito sulla violenza

Andrea Joly

Da «ne ha prese poche» a «quelli della vostra redazione ... vanno menati a prescindere». Dopo l'aggressione al giornalista Andrea Joly da parte di militanti estrema destra è cominciato su X il crepitare di insulti, offese, minacce anche verso il quotidiano La Stampa. La maggior parte degli autori dei commenti di questo tenore si nasconde dietro improbabili nickname di fantasia o profili fantasma. Non manca chi tenta di prendere le difese degli aggressori ("aspettiamo il giudizio del Pm poi potranno criticare CasaPound") e che tira fuori tesi complottiste: «perché nei video non si vede la faccia?».

CasaPound: lo invitiamo Joly a un dibattito sulla violenza

«Invitiamo pubblicamente il giornalista Andrea Joly a un dibattito sulla violenza politica durante la nostra festa nazionale, Direzione Rivoluzione, dal 5 all’8 settembre a Grosseto». Così in una nota CasaPound Italia, dopo quanto accaduto a Torino. «Se Joly non cerca solo visibilità ma vuole esprimere le sue opinioni sul nostro movimento, lo invitiamo a farlo direttamente con noi, presentandosi a una festa qualificandosi e senza filmare di nascosto anche i minori presenti. In questi anni, le nostre porte sono sempre state aperte per dibattiti con giornalisti noti come Mentana, Formigli e Sansonetti», prosegue la nota. «Invitiamo anche Ilaria Salis che nessuno ha minacciato ma che confermiamo di ritenere miserabile per agguati armati di martello contro avversari politici». Il riferimento è alle polemiche sul video di promozione della festa di Torino, dove l’europarlamentare di Avs è stata appellata così da Luca Marsella. «Invece di distorcere la realtà e accusarci di minacce, creando un clima di scontro, dimostriamo senso di responsabilità. Noi non siamo disposti a recitare ruoli in copioni già visti. Se il confronto è inammissibile perchè mette in discussione la nostra stessa esistenza, si smetta di puntare il dito verso un movimento che da vent'anni opera alla luce del sole nel sociale, nella solidarietà e nella cultura su tutto il territorio nazionale», conclude CasaPound.

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