Ponte sullo Stretto, dopo il sì della Camera la parola al Senato. Ciucci: “Progetto concreto e fattibile”
Un altro passo in avanti alla Camera che ha votato la fiducia al governo sul dl Infrastrutture, il disegno di legge di conversione con modifica del decreto-legge 29 giugno 2024, n. 89 che contiene anche disposizioni sul Ponte sullo Stretto di Messina. Se le disposizioni saranno confermate dal Senato, al cui esame passa ora la legge di conversione, saranno possibili l’approvazione e la cantierizzazione del Ponte per fasi costruttive separate. Un passaggio cruciale, che come sempre ha scatenato reazioni politiche fortemente contrastanti. Il vicepremier Salvini, in Sardegna, ieri s’è occupato di pale eoliche, ma ha anche accennato al Ponte: «Perché qui - ha detto - non ci sono no ideologici e pregiudiziali come quelli che non vogliono la Tav o il Ponte sullo Stretto, qui in Sardegna c’è gente che vuole mantenere una delle bellezze incredibili d’Italia, d’Europa e del mondo». Già lunedì, nel primo giorno di votazioni alla Camera l’ad della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, aveva affermato che «si tratta di norme che contribuiscono a dare ulteriori certezze su tempi, costi, trasparenza delle procedure, con particolare attenzione al piano degli espropri. La Stretto di Messina - aveva sottolineato Ciucci - continua nel suo impegno per rispondere, già all’inizio di settembre, alle richieste emerse nell’ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale e in Conferenza di Servizi. L’obiettivo, come più volte sottolineato, è di ottenere entro l’anno l’approvazione da parte del Cipess sul progetto definitivo e sul Piano economico finanziario, passando così alla fase realizzativa». Ieri per la Lega è intervenuto in aula per la dichiarazione di voto - favorevole -, il deputato Graziano Pizzimenti, che è anche relatore del dl Infrastrutture: «Le disposizioni di questo decreto-legge sono cruciali: sbloccano opere indispensabili e attese da anni - ha detto -. Parliamo della realizzazione dell’A22, la Brennero-Modena, dei 150 mln per il sistema idrico Peschiera (essenziale per l’acquedotto di Roma), dei 393 mln per il collegamento autostradale Cisterna-Valmontone, dei 10 mln per l’idrovia Pisa-Livorno, dei 7 mln per il Teatro alla Scala, dei 50 mln per il polo universitario di Genova dei 2 milioni per completare il Pinqua a Genova e dei 6 mln per il nuovo ponte Nord a Parma. Opere strategiche e importanti che vanno ad aggiungersi al Ponte sullo Stretto, che risponde alle esigenze di potenziare i collegamenti di trasporto interni e completa il corridoio scandinavo-mediterraneo, con notevoli ricadute occupazionali e competitività europea. Dopo la revisione del codice degli appalti, il nuovo codice della strada e, soprattutto, il “salva casa”, anche questo decreto, che vede la firma del nostro ministro Salvini, rimedia ad anni di immobilismo, chiudendo una stagione fallimentare e dei “no a prescindere” della sinistra».