
Un corteo aperto dal carro funebre con il feretro di Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a coltellate in strada a Terno d’Isola, è partito dalla chiesa di San Vittore a Bottanuco, nella Bergamasca, al termine della cerimonia funebre e si sta dirigendo verso il cimitero. In testa, i familiari della vittima: il papà Bruno, la mamma Maria Teresa, i fratelli Christopher e Melody, e il compagno Sergio Ruocco.
La commozione dei familiari e della comunità
Fuori dalla chiesa i familiari si sono stretti davanti alla bara bianca della donna. Presenti anche i sindaci di Terno d’Isola, dove Sharon viveva con il fidanzato ed è stata uccisa, e di Bottanuco, dove è nata e cresciuta. I primi cittadini Gianluca Sala e Rossano Pirola indossano le fasce tricolore.
L'omelia di don Corrado Capitanio
«Preghiamo anche per la conversione di chi ha prestato la sua mano al male, perché questi drammi non accadano più». È questo il passaggio conclusivo dell’omelia di don Corrado Capitanio al funerale di Sharon. La preghiera è affinché «la conversione possa in qualche modo diventare anche redenzione, perché più nessuno debba vivere un’esperienza come questa, per colei che è morta ma anche per i suoi familiari che rimangono con questo dolore e rimpianto. Preghiamo perché il signore ci renda capaci di continuare il cammino della vita anche in questi drammi che toccano le comunità».
La ricerca della verità
Il parroco ha poi detto che «vogliamo pregare anche per coloro che in questi giorni stanno lavorando per la ricerca della verità. Questo è un desiderio che ci auguriamo tutti, anche per i familiari di Sharon. Lei non torna più indietro - ha aggiunto -, però il desiderio di avere delle risposte è certamente un desiderio lecito che speriamo possa essere in qualche modo di consolazione».
Parole di dolore e speranza
«È accaduta una tragedia e non ci sono parole migliori per addolcire la pillola. Una tragedia improvvisa. La prima immagine che viene alla mente è quella di dire che ancora una volta la mano di Caino ha colpito», aveva esordito don Capitanio. «Ci verrebbe da dire - ha aggiunto - che ancora una volta il male ha vinto perché ha spezzato una vita, giovane tra l'altro, perché ha interrotto bruscamente dei progetti, dei sogni, dei desideri di vita insieme, di vita familiare. Una morte così interrompe bruscamente tutto quello a cui noi ci sentiamo legati, tutte le cose che per noi hanno un valore. Umanamente parlando non abbiamo altre parole da dire».
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