
Appalti, affari e mafia lungo rotte internazionali, con un valore patrimoniale complessivo nel tempo assunto da tutte le società nell’orbita del gruppo criminale quantificato in oltre 500 milioni di euro.
Scattata in Italia, Brasile e Svizzera una maxi operazione contro la criminalità organizzata e il riciclaggio internazionale. I finanzieri del Comando provinciale di Palermo e personale della Polizia Federale brasiliana hanno dato corso - e in Italia e Brasile - a un’operazione antimafia su larga scala, disposta dalla Dda di Palermo e dal 2 Tribunale Federale del Rio Grande Do Norte (Brasile). In particolare, in forza della cooperazione internazionale, l’autorità giudiziaria estera ha ordinato l’arresto di un imprenditore originario di Bagheria (Palermo), da tempo trasferitosi a Natal (Brasile), Giuseppe Bruno, oltre al sequestro di disponibilità finanziarie per un valore di 50 milioni di euro, nonchè dei beni mobili e immobili riconducibili a 17 soggetti, tutti indagati, e a 12 società operanti nel settore immobiliare, edile e ristorativo. Al vertice di questo sistema, uno dei più autorevoli uomini d’onore palermitani, dal 2018 reggente del mandamento mafioso di Pagliarelli (sino al suo arresto nell’aprile del 2021), Giuseppe Calvaruso, il quale sin dal 2000 avrebbe stretto un’alleanza d’affari con il citato imprenditore bagherese. Contestualmente, la Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha delegato l’esecuzione di 21 perquisizioni sia in territorio nazionale (Sicilia, Emilia Romagna, Lazio, Toscana e Veneto), che all’estero (Brasile e Svizzera), presso abitazioni, sedi societarie e studi professionali. In azione oltre 100 finanzieri, alcuni dei quali (appartenenti al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo - Gico) nei giorni scorsi si sono recati a Natal, in modo da poter affiancare i colleghi brasiliani nelle attività sul posto. I reati ipotizzati dall’autorità giudiziaria italiana sono concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, aggravati dalla finalità di aver agevolato importanti famiglie mafiose.
Fatta luce su «cointeressenze» di esponenti di spicco di Cosa nostra palermitana in compagini societarie in Italia e all’estero (in particolare in Brasile). E individuate le tracce di consistenti investimenti di capitali di matrice mafiosa in iniziative imprenditoriali e in società di diritto brasiliano, tutte schermate attraverso l’utilizzo di prestanome e l’interposizione di società di comodo. Il denaro, secondo le ricostruzioni investigative, sarebbe giunto a destinazione per il tramite di sofisticati meccanismi di riciclaggio, basati, tra l’altro, sull'impiego di molteplici conti di transito accesi presso istituti finanziari, prevalentemente all’estero. Al vertice di questo sistema, uno dei più autorevoli uomini d’onore palermitani, dal 2018 reggente del mandamento mafioso di Pagliarelli (sino al suo arresto nell’aprile del 2021), Giuseppe Calvaruso, il quale sin dal 2000 avrebbe stretto un’alleanza d’affari con il citato imprenditore bagherese. A fornire loro il supporto necessario al perfezionamento di operazioni societarie, in Italia e all’estero (Brasile, Svizzera, Hong Kong e Singapore), affermati professionisti; tra questi, due operativi in Emilia Romagna, regione dove il mafioso, dopo un precedente periodo di detenzione, per alcuni anni aveva vissuto. Grazie al sostegno di questa rete, il gruppo, dopo aver realizzato alcune lucrose iniziative imprenditoriali sul territorio nazionale (tra cui un noto resort in provincia di Trapani) a partire dal 2016, avrebbe spostato il baricentro dei propri interessi principalmente in Brasile, potendo lì contare, in una prima fase, anche sull'appoggio di un altro imprenditore romano, poi tratto in arresto, nel 2019, dalle autorità brasiliane perchè ritenuto mandante di un omicidio avvenuto 5 anni prima a Natal.
Proprio a quest’ultimo, il mafioso palermitano avrebbe corrisposto, in prima persona, ingenti capitali provenienti direttamente dalle casse di Cosa nostra (si ipotizza un primo maxifinanziamento, per circa 830 mila euro, che sarebbe stato elargito in contanti in due tranche, tra il 2016 e il 2017), grazie a cui l’organizzazione sarebbe entrata a far parte, come socio occulto, in numerose società già presenti nel Paese.
Dal 2019, il reggente di Pagliarelli si sarebbe, poi, trasferito a Natal, raggiungendo l’imprenditore di Bagheria giunto nel Paese già nel 2016, in modo da poter seguire direttamente lo sviluppo di importantissime iniziative imprenditoriali, continuando nel contempo a gestire le attività criminali palermitane. Tra gli affari più significativi, alcune operazioni nel settore della ristorazione e, soprattutto, l’avvio, attraverso le società del gruppo, di un piano di lottizzazione di vastissime aree edificabili a ridosso della costa nordorientale del Brasile. Progettualità che si aggiunge ad altre numerose transazioni in campo immobiliare, in grado di garantire profitti di eccezionale entità.
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