Lunedì 25 Novembre 2024

Lite mortale in ambiente ultrà, la Procura indaga sui rapporti con i clan di 'ndrangheta. Il precedente di Boiocchi

La Procura di Milano, oltre alla ricostruzione della dinamica dell’omicidio di Antonio Bellocco, 36 anni, accoltellato alla gola da Andrea Beretta, indaga anche sui rapporti tra i due: il primo legato alla 'ndrangheta ma anche agli ultrà dell’Inter, il secondo capo degli ultras nerazzurri. Si scava, dunque, si apprende negli ambienti giudiziari, su relazioni e su presunti business illeciti che avrebbero portato a motivi di contrasto. Prima di tutto, comunque, andrà ricostruita la dinamica. C'è da capire chi abbia aggredito per primo l’altro. Da quanto si è saputo finora, i due si trovavano in auto nei pressi della palestra «Testudo», luogo frequentato da molti ultrà. Là Bellocco, classe '88, con precedenti per associazione di stampo mafioso e in passato anche sottoposto alla misura della libertà vigilata, ha esploso un colpo di pistola e ferito ad una gamba Beretta. Il quale, sempre secondo le prime notizie, lo avrebbe accoltellato alla gola. Anche il capo ultrà ha precedenti, per stupefacenti, lesioni e furto ed è stato sia agli arresti domiciliari che sottoposto pure lui alla libertà vigilata. Sul posto è andato il pm della Dda milanese Paolo Storari, titolare già di una indagine sulle tifoserie e legata, tra l'altro, all’omicidio di Vittorio Boiocchi, lo storico leader neroazzurro freddato sotto casa sua due anni fa. L’assassinio di Bellocco, definito dagli inquirenti «non uno qualsiasi», fa ritenere che gli accertamenti punteranno, oltre a far luce sul delitto, a verificare uno scenario più ampio che riguarda le infiltrazioni della criminalità organizzata nel mondo delle curve ultras.

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