Negli strascichi giudiziari del caso Sangiuliano-Boccia si avvia a ritagliarsi un ruolo anche Beatrice Venezi, la direttrice d’orchestra nominata nel novembre 2022 consigliera per la musica dall’ex ministro. «Confermo che ho dato incarico ai miei legali per valutare ogni azione a tutela della mia reputazione professionale in ordine alla diffusione di informazioni strumentali e non corrispondenti al vero», fa sapere Venezi, tirata in ballo nei giorni scorsi da Maria Rosaria Boccia che, nell’intervista a In Onda, su La7, l'aveva accusata di conflitto di interessi. «Lei è consigliera per la musica, ben retribuita, se non sbaglio con 20-30mila euro», «lei è direttrice di un teatro, fa concerti privati retribuiti e il 19 settembre si esibirà per il G7 Cultura e il ministero le riconosce un cachet», aveva puntato il dito Boccia nel salotto di Luca Telese e Marianna Aprile. Nel mirino, in particolare, la tappa pompeiana dell’evento, con il concerto dell’Orchestra Scarlatti di Napoli diretto appunto da Venezi che, con la visita al parco archeologico e la cena nella Palestra Grande, rappresenta il momento glamour del vertice dei Sette Grandi. Il programma del G7, previsto dal 19 al 21 settembre, dovrebbe restare invariato, ma manca ancora la conferma ufficiale di orari e spostamenti: è il dossier più urgente sulla scrivania del neo ministro, Alessandro Giuli.
Classe 1990, nata a Lucca, all’attivo oltre 160 concerti sinfonici e 50 spettacoli d’opera, Venezi è salita sul podio di diverse importanti orchestre internazionali, ma ha anche cercato di avvicinare la musica classica al grande pubblico, esibendosi tra l’altro al Lucca Summer Festival, vestendo i panni del giudice nei programmi AmaSanremo e Sanremo Giovani, fino a calcare il palco dell’Ariston nel 2021 come co-conduttrice al fianco di Amadeus. Il suo nome è circolato di recente come possibile sovrintendente di importanti teatri come il Massimo di Palermo e la Fenice di Venezia. Figlia di un ex dirigente di Forza Nuova, è considerata vicina a Fratelli d’Italia. All’ultimo concerto di Capodanno, a Nizza, è stata contestata da alcuni spettatori al grido di 'Non vogliamo fascistì. Qualche settimana dopo la sua performance sul palco del Politeama Garibaldi di Palermo è stata criticata da tre orchestrali, poi sospesi per sette giorni dal lavoro e dallo stipendio tra le polemiche.
«La critica in sé può essere legittima», aveva osservato allora Venezi in un’intervista al quotidiano La Sicilia, puntando però il dito contro i «toni», che a suo giudizio nascondevano «misoginia, ma anche ragioni politiche: basta vedere le aree a cui appartengono» che sono "diverse da quella che io, in qualche misura, rappresento, anche se da tecnico, senza avere mai preso una tessera di partito», cioè l’area dei «conservatori». «E uno non ha il diritto di esprimere dei valori diversi? Ha diritto di esprimere solo una visione? Allora - aveva sottolineato - siamo sotto dittatura. Io credo nel pluralismo, nella democrazia. Non ho mai scelto con chi lavorare o un collaboratore sulla base dell’orientamento politico, sessuale o religioso o per il colore della pelle. Io sono democratica veramente, sono la resistenza a questo tipo di dittatura del pensiero unico».
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