I pennarelli colorati sparsi sul pavimento sono l’unica testimonianza di un passato breve ma felice. Resta il fantasma di un presidio importante per una porzione di territorio cittadino dove, oltre ad una distesa di palazzine, non c’è nulla. Oggi l’ex scuola Nicholas Green, sulla parte alta di Valle degli Angeli è solo l’ombra di quel che è stato. Della bellissima scuola di un tempo che porta il nome di un bambino americano di 7 anni, ucciso sulla Salerno-Reggio Calabria durante una rapina mentre era diretto in Sicilia durante un viaggio in auto con la famiglia e diventato, grazie alla generosità dei suoi genitori, simbolo della donazione degli organi, è rimasto solo lo scheletro. Una struttura senza porte e senza finestre. Tutto quello che c’era è stato portato via o lasciato nelle mani dei vandali.
Gli spazi che un tempo erano destinati alle aule hanno le pareti sfondate e quelle rimaste ancora in piedi sono imbrattate di scritte di volgari e di graffiti. C’è anche chi le ha adoperate per dediche romantiche: “Amore mio vorrei poterti donare i miei occhi per un solo istante perché tu possa capire cosa provo quando ti guardo” ha scritto con la bomboletta spray in rosso un anonimo sentimentale.
Il pavimento è una distesa di spazzatura, una grande discarica di rifiuti e materiale di ogni genere. Non è meglio l’esterno dove la vegetazione, cresciuta senza controllo, ha invaso il terreno che circonda la scuola. Dal tetto si intravede anche una pala di fichi d’india cresciuti chissà come proprio in quel punto. Anche gli alberi senza cure e senza potatura sembrano aggiungere degrado al degrado, per non parlare della ringhiera che circondava la scuola. È smembrata in vari punti, con i muretti di sostegno che si sgretolano ricoperti dalle erbacce.
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