Ha sussurrato qualcosa all'orecchio di Papa Francesco che ha risposto con una pacca affettuosa sulla spalla: è stato il sacerdote messinese mons. Marco Sprizzi, responsabile della nunziatura apostolica di Timor Est a dare il benvenuto al Pontefice, insieme al presidente della repubblica di Timor Est José Ramos-Horta. Ad accompagnare Papa Francesco un altro messinese suo portavoce, il gesuita padre Antonio Spadaro.
Al grido di "Viva Papa Francisco" oltre 700 mila persone (quasi la metà della popolazione), un bagno di folla, ad accogliere il successore di Pietro sulla spianata di Taci Tolu, a Timor Est - lo stesso sito in cui nel 1989 c'era stato Papa Karol Wojtyla - per assistere alla messa, al riparo dal sole sotto gli ombrelli gialli e bianchi, fra canti gioiosi e bandierine sventolanti.
Pare che poco prima il presidente Ramos-Horta avesse chiesto al Papa di lasciare mons. Sprizzi ancora a lungo a Timor e Bergoglio avrebbe acconsentito, riferisce lo stesso sacerdote.
Messina dunque idealmente gemellata con l’Asia nel segno di don Marco, che pur avendo alle spalle una fulgida carriera diplomatica, porta sempre nel cuore la terra che gli ha dato i natali, dove torna sempre ogni volta che ne ha la possibilità per incontrarsi con gli amici più cari, primo fra tutti il vescovo ausiliare Cesare Di Pietro al quale lo lega un rapporto profondo che risale ai bisnonni prima e poi all’ingresso in seminario.
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