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L'accusa: «Il Bayesian era inaffondabile: troppi errori, il portellone a poppa era aperto»

Nella combo: a sinistra l'ultima foto scattata alla barca, al centro una foto dall'alto del modello della barca, la Bayesian della Perini Navi, ed a destra una fase dei soccorsi avvenuti in mattinata

«Dall’analisi dei terribili 16 minuti di quella notte riteniamo che l’acqua» - che il 19 agosto ha affondato il Bayesian a 700 metri da Porticello, «sia entrata dal portellone» di poppa. Se ne dice certo Giovanni Costantino, Ad di Italian Sea Group che ha rilevato il gruppo Perini, il quale ha costruito lo yacht che apparteneva alla società legata alla moglie del magnate britannico Mike Lynch, tra le sette vittime del naufragio. L’imprenditore ha risposto nel corso della trasmissione “Cinque minuti” condotta da Bruno Vespa su RaiUno, in onda ieri sera. «Riteniamo – ha aggiunto – che le attività tipiche di un equipaggio a tutela delle persone e della nave non sono state compiute. Si sarebbe dovuta preparare la nave chiudendo, blindando la stessa. Era inaffondabile. Se in quella nave non fosse entrata acqua, non avrebbe avuto alcun tipo di problema. La perturbazione in arrivo era chiaramente visibile e leggibile; significativo che i pescatori abbiano letto la situazione e non siano usciti in mare. Poteva stare una nave da 700 tonnellate in mare in questa situazione? Non è consigliabile, ma poteva stare. Infatti, la piccola nave vicina era preparata a gestire l’evento. L’acqua di sicuro ha iniziato a entrare da poppa, ha allagato non solo un compartimento stagno, ma anche quello attiguo, ossia la sala macchine; quando il vento ha incalzato la nave ha incominciato a scarrocciare: un percorso di 14 minuti nel quale ha continuato a prendere acqua; la stabilità era compromessa e l’acqua è arrivata ai generatori».
In sedici minuti non sono stati salvati tutti «probabilmente perché l’equipaggio non si è coordinato, non si è adeguatamente preparato, era distratto e non pronto a intervenire, tante le motivazioni per cui non si è operato nel modo giusto, nella sequenza giusta, nella tempestività giusta. Non hanno considerato le persone che erano giù. Non hanno seguito le procedure corrette e sette persone sono rimaste bloccate. I primi 14 potevano salire sopra se solo fosse stato lanciato l’allarme».

Ma la versione di Costantino non collima con quella esposta dal comandante neozelandese del Bayesian, il quale ha ribadito: «No», quel portellone non era aperto. James Cutfield era il comandante dello yacht affondato il 19 agosto davanti a Porticello. È stato raggiunto a Maiorca e ha risposto alle domande nel corso della trasmissione andata in onda ieri sera su RaiUno.
Intanto sono entrati in azione i palombari della Marina militare specializzati in recuperi mirati nelle indagini sul Bayesian. Stanno intervenendo per recuperare l’impianto di videosorveglianza e altri dispositivi presenti nell’imbarcazione. Secondo quanto emerso dalle indagini, non ci poteva essere nessuna festa a bordo. Mike Lynch quella sera aveva ricevuto la notizia della morte dell’amico Stephen Chamberlain, coimputato nel processo per frode e assolto insieme al magnate inglese. L’imprenditore sarebbe stato tanto scosso dalla notizia e avrebbe deciso di interrompere la vacanza.

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