Restano chiusi gli asili nido comunali della città, privi di personale e di risorse in grado di mantenere attivo un servizio di prima necessità per le famiglie. La scelta politico-amministrativa di demandare ai privati la locazione e la gestione dei due immobili, anche alla luce dei problemi finanziari dell’ente, alle prese con il regime imposto dal Riequilibrio pluriennale, sta determinando non pochi ritardi quasi del tutto indipendenti dal volere dell’Amministrazione comunale, che ieri ha pubblicato l’avviso con cui vengono spiegati vincoli e passaggi a cui dovranno sottostare le imprese in predicato di partecipare alla gara. Intanto, almeno fino all’inizio di ottobre, i bambini e le famiglie dovranno fare a meno del servizio o, in alternativa, ripiegare verso gli asili privati, ad oggi una garanzia seppure con costi ben al di sopra delle capacità economiche dei nuclei beneficiari del servizio previsto dal Comune di Terme Vigliatore. Un vero colpo basso per chi, fino allo scorso anno, ha usufruito di attività e servizi rodati ed apprezzati dai genitori nel polo di Marchesana. Come noto, l’ente ha inserito la gestione del nido comunale nelle misure aggiuntive del piano recentemente approvato dalla Sezione regionale della Corte dei conti. Se fino allo scorso anno, in attesa della realizzazione dell’immobile di via Sturzo (primo nido ubicato nel centro cittadino) i bambini venivano ospitati nell’ex sede dei vigili urbani in via Lungomare Marchesana, nell’omonima frazione balneare termense, almeno fino alla fine dei lavori dell’edificio di via Sturzo, ancora incompleto, si dovrà ritornare ai fasti d’un tempo. Tuttavia, come annunciato nelle scorse settimane, nell’avviso di locazione da destinare a privati saranno due le sedi destinate ad espletare il servizio comunale del nido, dapprima a Marchesana e poi in via Sturzo al termine del completamento e del collaudo della struttura. La gara pubblica si realizzerà il prossimo 24 settembre, dopodiché si procederà all’affidamento. Trattasi di due poli di diversa dimensione: il primo idoneo ad ospitare non più di 10 bambini, mentre il secondo fino a un massimo di 30 per piccoli dai 6 mesi di vita fino ai 3 anni di età.