Lunedì 23 Dicembre 2024

Open Arms, a Palermo il processo a Salvini. Il pm: il rischio è fare politica su gente che sta soffrendo. Il ministro: difendere i confini dai clandestini non è reato

«In base alle convenzioni internazionali in presenza di un evento di soccorso in mare anche i criminali o i terroristi, presunti o reali, non possono essere lasciati in mare. Anche loro devono essere salvati». Lo ha detto il pm Calogero Ferrara nel corso della requisitoria al processo Open Arms, che vede come imputato a Palermo Matteo Salvini, leader della Lega e attuale ministro alle Infrastrutture, accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver ritardato lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave della ong Open Arms nell’agosto del 2019. «Le normative e le convenzioni dicono che - ha proseguito - si deve procedere al safe and rescue, ricerca e salvataggio, e l’evento si conclude 'a terrà, nel Pos, il place of safety, un posto sicuro, che non è detto che sia il porto più vicino».

Il processo Open Arms a Palermo

«In base alle convenzioni internazionali in presenza di un evento di soccorso in mare anche i criminali o i terroristi, presunti o reali, non possono essere lasciati in mare. Anche loro devono essere salvati». Lo ha detto il pm Calogero Ferrara nel corso della requisitoria al processo Open Arms, che vede come imputato a Palermo Matteo Salvini, leader della Lega e attuale ministro alle Infrastrutture, accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver ritardato lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave della ong Open Arms nell’agosto del 2019. «Le normative e le convenzioni dicono che - ha proseguito - si deve procedere al safe and rescue, ricerca e salvataggio, e l’evento si conclude 'a terrà, nel Pos, il place of safety, un posto sicuro, che non è detto che sia il porto più vicino».

Diritti umani e la ridistribuzione dei migranti

«Tutti i funzionari, tutti i ministri, tutti i testimoni che abbiamo sentito in questo processo hanno detto di non sapere se a bordo della Open Arms ci fossero stati terroristi, armi, materiale propagandistico. Anche i riferimenti ai tentativi di ridistribuzione dei migranti prima del rilascio del pos non può funzionare: non ci può essere subordinazione del rispetto diritti umani e alla ridistribuzione dei migranti. Prima si fanno scendere i migranti e poi si ridistribuiscono: altrimenti si rischia di fare politica su gente che sta soffrendo». Così il sostituto procuratore Geri Ferrara durante la requisitoria, a Palermo, al processo Open Arms, dove Matteo Salvini è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito, cinque anni fa, lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti.

La posizione di Salvini e la sicurezza dello Stato

«Salvini (quando era ministro dell’Interno, ndr) per limitare lo sbarco decide che qualunque nave che opera salvataggi in mare commette il cosiddetto 'passaggio non inoffensivo' perchè pregiudizievole della sicurezza dello Stato. Ma occorrono degli elementi concreti per attuare questa norma. Ma nessuno dei testi che hanno deposto in questo processo, il prefetto di Agrigento, funzionari, ex ministri, a cui abbiamo chiesto se vi fossero terroristi, criminali o rischi di altri natura a bordo hanno confermato tale dato. Siamo in presenza di persone in difficoltà in mare, uomini, donne e minori, che soffrono a cui sono stati negati i loro diritti fondamentali». Lo ha detto, rivolgendosi alla II sezione penale, il pm Calogero Ferrara, che sta svolgendo la sua parte di requisitoria al processo Open Arms, che vede come imputato Matteo Salvini, leader della Lega e attuale ministro alle Infrastrutture, accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver ritardato lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave della ong Open Arms nell’agosto del 2019. «L'assegnazione del Pos è - ha aggiunto - un atto amministrativo, e non politico, come ha ribadito qui anche l’ex presidente del Consiglio Conte».

Salvini: difendere i confini dai clandestini non è reato

Oggi a Palermo la pubblica accusa farà le sue richieste al processo che mi vede imputato per sequestro di persona. Rischio fino a quindici anni di carcere per aver mantenuto la parola data agli elettori. Rifarei tutto: la difesa dei confini dai clandestini non è reato. Avanti tutta, senza paura». Così sui social il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.

L'assegnazione del Pos e le controversie giuridiche

«Salvini (quando era ministro dell’Interno, ndr) per limitare lo sbarco decide che qualunque nave che opera salvataggi in mare commette il cosiddetto 'passaggio non inoffensivo' perchè pregiudizievole della sicurezza dello Stato. Ma occorrono degli elementi concreti per attuare questa norma. Ma nessuno dei testi che hanno deposto in questo processo, il prefetto di Agrigento, funzionari, ex ministri, a cui abbiamo chiesto se vi fossero terroristi, criminali o rischi di altri natura a bordo hanno confermato tale dato. Siamo in presenza di persone in difficoltà in mare, uomini, donne e minori, che soffrono a cui sono stati negati i loro diritti fondamentali». Lo ha detto, rivolgendosi alla II sezione penale, il pm Calogero Ferrara, che sta svolgendo la sua parte di requisitoria al processo Open Arms, che vede come imputato Matteo Salvini, leader della Lega e attuale ministro alle Infrastrutture, accusato di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per aver ritardato lo sbarco di 147 migranti a bordo della nave della ong Open Arms nell’agosto del 2019. «L'assegnazione del Pos è - ha aggiunto - un atto amministrativo, e non politico, come ha ribadito qui anche l’ex presidente del Consiglio Conte».

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