Sabato 21 Settembre 2024

Tutte le bugie di Chiara Petrolini: "Temevo i giudizi degli altri". Dalle tracce di sangue del bimbo alle ricerche online

Bugie. Tante bugie. Un castello di contraddizioni messo insieme per una serie di motivi ancora insondabili, non ultimo quello del timore del giudizio di famiglia, fidanzato e amici. E per alleggerire la propria posizione via via che le evidenze raccolte dagli inquirenti si facevano sempre meno opinabili e le domande sempre più incalzanti. Chiara Petrolini, 21enne di Parma accusata di omicidio premeditato e soppressione di cadavere dopo il ritrovamento dei corpicini dei suoi due figli neonati nel giardino di casa, giovedì avrà la possibilità di esporre al giudice per le indagini preliminari la sua versione dei fatti e contrastare la ricostruzione messa in piedi dalla Procura. Anche se al momento non è ancora chiaro se la 21enne, assistita dall’avvocato Nicola Tria, risponderà alle domande o si avvarrà della facoltà di non rispondere. La ragazza si trova da venerdì agli arresti domiciliari, in un’abitazione lontano dalla villetta di Vignale di Traversetolo, alle porte di Parma, dove il 9 agosto si è spalancato l’orrore prima col ritrovamento del cadavere di un neonato e poi, dopo un mese, di un altro bimbo partorito un anno prima. Per entrambi, gli esami del Dna hanno stabilito che i genitori sono Chiara, la studentessa di Scienze dell’Educazione che in quella villetta abitava con la sua famiglia, e il suo fidanzato storico, un coetaneo col quale praticamente è cresciuta insieme. Nella dettagliata ricostruzione della Procura quelle che saltano all’occhio sono non tanto le omissioni quanto le bugie della ragazza. Le prime dichiarazioni sono state raccolte il 2 settembre (il secondo corpo viene trovato dopo una settimana), quando Chiara sostanzialmente racconta del suo assoluto silenzio sulla gravidanza con le persone a lei più vicine, di un parto in solitudine, di un bambino nato morto nella notte del 7 agosto. Dice che non era a conoscenza del mese di gestazione, esplicita la volontà di rivelare tutto ai suoi una volta tornati dagli Stati Uniti, nega di aver provato ad accelerare il parto, nega una gravidanza pregressa sulla quale gli inquirenti avevano già dei sospetti. Un quadro che praticamente crolla nel successivo interrogatorio, il 10 settembre, quando ormai Chiara sa che nel giardino della villetta, di fronte alla finestra di camera sua, sono state trovate altre ossa umane. Quelle del corpicino in decomposizione di un altro bimbo da lei partorito a maggio 2023. Le prime bugie vengono al pettine. Chiara aveva dichiarato che il bimbo partorito il 7 agosto era nato morto, ma le analisi hanno rilevato che il piccolo aveva respirato, prima di morire dissanguato per un taglio del cordone ombelicale fatto con le forbici trovate in cucina. L’indagata aveva anche affermato che desiderava quel bambino, ma per la Procura i suoi comportamenti e soprattutto le sue costanti e compulsive ricerche online smentirebbero queste parole. Proprio le tante domande che Chiara ha affidato ai motori di ricerca sul web smentiscono anche altre sue precedenti dichiarazioni, dal fatto che non conosceva l'epoca gestazionale al diniego di interesse per l’interruzione di gravidanza con farmaci o anche altre modalità. Chiara, ancora, ha anche negato di aver assunto droghe, ma sarebbe stato accertato il suo uso di marijuana. L’indagata ha poi detto di non aver visto sangue del bimbo dopo il parto ma le risultanze della consulenza medico legale andrebbero in direzione opposta. Così come il fatto che il padre le chiese conto di tracce di sangue in bagno e che lei giustificò con un ciclo abbondante. Chiara disse di non avere il cellulare con sé ma le ricerche indicano che si sarebbe servita del suo smartphone per capire come affrontare rottura delle acque e fasi del parto in tempo reale. Il timore del giudizio degli altri sembra non reggere davanti alle dichiarazioni dei genitori, in particolare del padre che più volte avrebbe espresso il desiderio di diventare nonno. E poi restano i tanti perché. A partire dalle possibilità che Chiara avrebbe potuto avere di abortire in modo legale, sicuro, in presenza di una gravidanza indesiderata. Mai, è quanto però mette nero su bianco il Pm, dalle ricerche online effettuate, Chiara ha avuto in mente di salvare quelle due vite.

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