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Biodiversità: Messina e Reggio nella top ten delle città più naturali d'Italia, Catania e Milano in coda

Le grandi città italiane mostrano significative criticità in termini di biodiversità: Milano, posizionata al 98 posto, soffre particolarmente a causa della grande cementificazione e della scarsa copertura vegetale

Isernia è la città più naturale d’Italia, Vercelli la meno naturale. Nella Giornata Mondiale dell’Habitat, 3Bee rilascia la classifica delle città più naturali, stilata grazie alla più completa digital platform di monitoraggio della biodiversità. La classifica delle città più naturali d’Italia rilasciata dalla nature tech, rappresenta un esempio concreto di applicazione della piattaforma e restituisce una fotografia dettagliata dello stato della biodiversità urbana nel nostro Paese.

La classifica dei 112 capoluoghi di provincia italiani rilasciata da 3Bee per la giornata mondiale dell’Habitat del prossimi 7 Ottobre, si basa sul parametro di Abbondanza Media di Specie per uso del suolo indiretta (MSA Land Use), un indicatore dell’integrità della biodiversità locale utilizzato per valutare l’impatto delle attività umane sull'ambiente naturale. Il parametro MSA è calcolato confrontando l’abbondanza delle specie in una zona con la loro abbondanza in un ambiente totalmente naturale (non coinvolto da attività umane).

In questa analisi è stato utilizzato un sotto parametro dell’MSA, il Land Use (MSA_LU). Questo parametro tiene in considerazione principalmente l’uso del suolo ed è stato possibile calcolarlo grazie all’integrazione con i dati satellitari e l’esperienza di 3Bee nel definire le categorie di uso del suolo. Analizzando la top ten troviamo sul podio Isernia, Belluno e Savona, città situate in regioni che beneficiano di un’ampia copertura vegetale e di un basso livello di antropizzazione, elementi che contribuiscono a favorire il mantenimento della biodiversità. Al quarto e al quinto posto ci sono L’Aquila e Ascoli Piceno che beneficiano della vicinanza a vasti parchi naturali, rispettivamente il Parco Nazionale del Gran Sasso e quello dei Monti Sibillini. Proseguendo nell’analisi delle città più naturali d’Italia, si nota come anche le città dal sesto al decimo posto della classifica, Pistoia, Reggio Calabria, Lucca, Massa, e Messina grazie a una combinazione di copertura vegetale significativa e varietà di habitat, che includono aree costiere e montane, permettendo alle città sopra menzionate di mantenere un’elevata biodiversità.

Le grandi città italiane mostrano significative criticità in termini di biodiversità: Milano, posizionata al 98 posto, soffre particolarmente a causa della grande cementificazione e della scarsa copertura vegetale, elementi che riducono drasticamente la resilienza ecologica della città. Roma, al 66 posto, pur vantando numerosi parchi storici, è penalizzata dall’espansione urbana incontrollata e dalla frammentazione degli habitat, che contribuiscono a limitare la connettività ecologica e la capacità della capitale di sostenere una biodiversità ricca.

Torino (91 posto), Napoli (92 posto) e Catania (93 posto), affrontano problemi simili: l’urbanizzazione intensa e la cementificazione. Mancanti i dati relativi alla gestione delle aree verdi che potrebbe, in caso di negligenza, contribuire a una biodiversità limitata in queste città. 3Bee è stata selezionata per presentare la prima piattaforma di monitoraggio della biodiversità a livello mondiale alla COP 16 di Cali, dal 21 ottobre al 1 novembre 2024, grazie alla qualità e rilevanza dei dati ottenuti. La piattaforma 3Bee, i cui processi e protocolli sono stati sviluppati in collaborazione con ESA (Agenzia Spaziale Europea), nasce in risposta alle crescenti esigenze di regolamentazione e compliance da parte delle imprese, che si trovano oggi di fronte a una nuova sfida: misurare e rendicontare il proprio impatto su natura, biodiversità e clima secondo standard normativi rigorosi. La Direttiva CSRD e i principali standard di rendicontazione internazionali impongono alle aziende, per la prima volta, di adottare un approccio strutturato alla gestione dei rischi legati agli ecosistemi. «Per la prima volta, viene richiesto alle aziende di misurare e rendicontare l’impatto su natura, biodiversità e clima secondo direttive rigorose come la CSRD e framework di riferimento come il Taskforce for Nature-related Financial Disclosures (TNFD). - afferma Niccolò Calandri, CEO di 3Bee - La piattaforma 3Bee rappresenta una soluzione integrata e scientificamente validata che permette di identificare e colmare i gap su natura, clima e biodiversità di imprese, municipalità e parchi naturali, monitorando in modo semplice e veloce quattro indici di rischio principali, in conformità agli standard internazionali e individuando una vera e propria strategia climatica e di biodiversità, sulla base degli impatti rilevati e sulle dipendenze dai servizi ecosistemici direttamente coinvolti.»

 

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