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Il caso Boccia e le chat sulle foto "piazzate" ai giornali di gossip: "Surreale che Sangiuliano mi abbia denunciato"

Quale sarebbe il "favore grande" che il ministro della Cultura avrebbe fatto al direttore di Chi? Sangiuliano, contattato dal Fatto, risponde

«Vuole dei soldi da te?», chiede Maria Rosaria Boccia. «No - risponde Gennaro Sangiuliano - Per fortuna gli ho fatto un grande favore. E comunque non sono foto compromettenti». E’ un passaggio di una chat tra l’ex ministro e l'imprenditrice riportato questa mattina dal "Fatto Quotidiano". I due fanno riferimento ad Alfonso Signorini, direttore di Chi.

«Mi è arrivata una mail da Signorini, la vuoi leggere?" scrive Sangiuliano a Boccia il 4 agosto. Signorini, contattato dal Fatto, conferma di avere inviato la mail, che l’allora ministro inoltra alla donna: «Volevo avvisarti - scrive il direttore di Chi - che da un paio di settimane mi arrivano al giornale servizi fotografici tuoi in compagnia della tua assistente. Niente di compromettente. L’unica cosa è che una di queste agenzie insieme alle foto vendeva la notizia che ti sei separato da tua moglie, che hai tolto la fede e che hai con la tua assistente una relazione. Io ho acquistato il servizio perché non andasse in giro. Al di là della fondatezza della notizia (che a me non interessa ma a certa stampa 'amicà sì) ci tenevo che tu lo sapessi, perché molto probabilmente non molleranno il colpo e ti controlleranno durante l’estate». «Grazie di cuore - scrive allora il politico al giornalista - Sei un amico. Ovviamente è tutto infondato. Si tratta di una persona che ha un fidanzato e collabora con me. Io sono con mia moglie a fare un weekend e staremo insieme tutta l’estate».

Il primo servizio sui due a essere pubblicato è su Gente il 3 settembre, ricostruisce il Fatto. Gli scatti sono di Alex Fiumara e Max Scarfone. I due consegnano il lavoro all’agenzia Mantis Media per cui lavorano il 17 luglio. Signorini oggi spiega che, quando il 4 agosto contattò l’allora ministro, era convinto di acquistare il servizio: «Ma quando ho saputo che dovevamo spendere 12mila euro per delle foto che non volevano dire niente, con una signora che per me era una sconosciuta, non l'ho più comprato». Dunque, stando a quanto riferisce il direttore editoriale di Chi, non ci sarebbe nessun servizio "ritirato" o non pubblicato. In un’intervista alla Stampa, ricorda il Fatto, Maria Rosaria Boccia aveva fatto riferimento a presunti ricatti ai danni di Sangiuliano, citando «direttori di settimanali».

Quale sarebbe il "favore grande" che il ministro della Cultura avrebbe fatto al direttore di Chi? Sangiuliano, contattato dal Fatto, risponde: «Non mi ricordo di aver scritto o meno questa cosa... Non ho mai avuto favori da Signorini, di nessun tipo. Quand’ero giornalista, ci siamo scambiati qualche cortesia da giornalista a giornalista. Forse potrebbe essere la recensione che gli feci fare del libro di Maria Callas, al Tg1 o al Tg2». Replica Signorini, seccato: «Il grosso favore gliel'ho fatto io quando Sangiuliano aveva scritto il libro di Putin e l’ho fatto intervistare sul mio giornale e gli ho dedicato quattro pagine quando faceva il direttore del Tg2. Quelli sono favori che ho fatto io, semmai». Il Fatto cita però due date della Bohème di Puccini (17 e 27 luglio 2024) all’Arena di Verona per le quali Signorini viene formalmente scritturato per la regia nel 2023, quando c'era Sangiuliano al MiC. Dice Signorini al quotidiano: «Sono diventato direttore, conduttore televisivo e regista teatrale prima e senza Sangiuliano». Sangiuliano da parte sua conclude: "Un ministro mica si occupa dei cartelloni delle fondazioni lirico-sinfoniche, quello lo decide direttamente il soprintendente. Io il soprintendente dell’Arena di Verona nemmeno mi ricordo chi sia, ci avrò parlato due volte e mai di Signorini».

«In questa vicenda mi sono data una regola. Io non voglio più parlare, a meno che non sia obbligata a farlo, e purtroppo è accaduto più volte, perché si scrivono falsità che colpiscono la mia immagine al punto da costringermi a difendermi». E’ quanto, intanto, afferma Maria Rosaria Boccia in una intervista a Luca Telese sul "Centro".

Stasera sarà anche a PiazzaPulita: «Per un motivo semplice - spiega - con una scelta che considero surreale, Sangiuliano ha denunciato, lui che denuncia me». Molti, le viene sottolineato, leggendo quella denuncia hanno trovato raccontati molti fatti inquietanti che sembrano credibili: «Solo a chi non conosce la realtà. Le bugie si demoliscono molto facilmente, altre sono delle cantonate quasi comiche, frutto temo di analfabetismo digitale. Gli ottimi magistrati che giudicheranno adesso hanno in mano le prove che confermano per filo e per segno la mia versione». Prove che secondo l’imprenditrice sarebbero state fornite da Sangiuliano stesso: «Il sequestro di tutti i dispositivi digitali. Lì ci sono le nostre chat, i messaggi che lui mi ha inviato e che lui ha usato per la sua denuncia, non io. Ma adesso, per fortuna, i magistrati le leggeranno in integrale». Scopriranno «che se c'è una vittima, in questa storia sono io! Penso che consultando i dialoghi integrali, quelli da cui il ministro si dichiara minacciato, si metteranno a ridere». Boccia commenta la fotocaricatura di Sangiuliano 'incintò, uscita su un sito prima delle indiscrezioni, che secondo le accuse proverebbe un ricatto da parte sua: «Su Google ho trovato e screenshottato l’autore della burla - risponde - È un signore che non avevo mai visto né conosciuto, e basta leggere la didascalia per capire che si riferisce alle cosiddette gaffes da ministro: 'Il ministro in attesa di partorire l’ennesima c...atà». «Metà della denuncia - dice ancora Boccia - poggia sulla tesi che l’intervista di Marianna Aprile e lei sia parte preponderante della presunta minaccia al corpo politico. Il giorno prima dell’intervista a La7 Sangiuliano sottoscriveva una lettera di diffida che mi inibiva dal diffondere qualsiasi materiale o citazione che lo riguardasse, la raccomandata l’ho ritirata alla posta qualche giorno dopo. La lettera è del 5, spedita quando Sangiuliano era ancora ministro». Il dialogo però andò in onda venerdì 6, ricorda anche Telese: «Al termine della registrazione ci avete comunicato che secondo l’Ansa Sangiuliano stava rassegnando le dimissioni. Quindi quando l’intervista è andata in onda lui era un privato cittadino. Quindi zero reati e minaccia a 'corpo politicò». «Il giorno prima della sua intervista al Tg1 - racconta ancora - Sangiuliano mi chiamò e mi disse riferendosi a chi non voleva la mia nomina: 'Non farmelo ripetere al telefono, tu conosci bene il motivo. Tu sai perché!'. In quella lunga telefonata del 3 settembre, il giorno prima del Tg1, Gennaro non ebbe il coraggio di dirmi che avrebbe parlato di me e di fatti personali al Tg1. È lui che ha parlato della mia persona violando la mia privacy. Le sembra che fosse lui la vittima? Io non avevo detto una parola in pubblico su di lui». «In quella telefonata ero delusa dal suo comportamento. Lui diceva; siamo entrambi vittime. Soffriva per la satira, le battute, e diceva che eravamo diventati entrambi dei bersagli. Disse una cosa grottesca: 'Mi seppellirò nell’ultimo ufficio della Rai. Farò l’archivista nella redazione Regioni in mezze maniche. Mi ritiro in conventò. E poi: 'imparerò il cinese, e andrò a fare il cameriere in un ristorante a Pechinò». «Ma poi c'è la perla - prosegue Boccia - Diceva che avrebbe comprato un telefonino e che avrebbe dato il nuovo numero solo a me. Il giorno dopo questa drammatica richiesta di aiuto si presentava davanti agli italiani e affermava di averla lasciata e spiegava: 'Giorgia Meloni ha respinto le mie dimissionì». Colpire Meloni? «Mai! Perché dovrei?» Paura della denuncia? "Nessuna paura. Per tutti i motivi che le ho detto no: zero timori e fiducia piena negli ottimi magistrati inquirenti».

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