Misure che chiedono eventualmente maggiori sforzi a banche, assicurazioni e imprese, però, trovano Forza Italia sulle barricate. «Continueremo ad essere contrari a qualsiasi tassa, - dice Tajani - anche alla tassa sugli extra profitti. Decidere cosa è extra e cosa non è extra, forse, forse è da cultura sovietica». Rincara la dose il portavoce azzurro Raffaelle Nevi: "rimane assoluto il nostro 'no' a interventi sull'Ires o a nuove tasse». Dall’altro lato della coalizione, Salvini appare più conciliante: «faccio l’esempio delle banche, se uno ha guadagnato 40 miliardi, almeno una parte di questo enorme patrimonio può essere restituito agli italiani». Manlio Messina, vicecapogruppo di Fdi alla Camera, richiama l’art. 53 citato da Giorgetti e dice: «ognuno darà il proprio contributo alla legge di bilancio in funzione di quello che realmente produce».
Il titolare del Mef, intanto, nei giorni scorsi ha già bollato la dicitura 'extra profitti' come «termine scorretto», chiudendo anche a possibili contributi volontari. Ma il confronto sull'Ires resterebbe aperto. All’ipotesi di un’addizionale, che trova non poche resistenze nel settore bancario, si starebbe affiancando anche un’altra strada: quella di uniformare il pagamento dell’Ires, togliendo, ad esempio, le deroghe che alzano o riducono le aliquote. In una logica di semplificazione e di bilanciamento, in grado di rassicurare i mercati, il tentativo sarebbe quello di individuare un’aliquota fissa che porti, nella media, l’asticella verso l’alto.
L'eventuale modifica, in fase di valutazione, potrebbe essere spalmata su diversi settori, dagli energetici ai finanziari, passando per assicurazioni e società multiservizi. Mentre un punto di caduta nel dialogo aperto con gli istituti bancari, al momento, si potrebbe trovare nella modifica al trattamento fiscale delle imposte differite attive delle banche (Dta).
Intanto, nella caccia ai circa 10 miliardi mancanti, secondo la stima dello stesso Tajani, è arrivata l’apertura di Confindustria sulla revisione delle cosiddette tax expenditures. Il Mef sarebbe già al lavoro su alcune delle circa 625 tra agevolazioni ed esenzioni fiscali. Al capitolo sul maxi-aumento del costo delle sigarette proposto dagli oncologi, e a quello sull'equilibrio delle accise dei carburanti, entrambi ancora tutti da definire, i partiti di maggioranza aggiungono la cosiddetta 'web tax'. A FdI, si somma Forza Italia nel rilanciare l’idea. Il capogruppo azzurro al Senato Maurizio Gasparri, sostenuto dal leader Tajani, va alla carica: «a fronte del maxi utile delle big tech l’imposizione fiscale è ridicola, noi non vogliamo nuove tasse, ma vogliamo che chi prende tanti soldi e non paga nulla cominci a farlo».
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